"Ingegnere per vocazione, fotografo per passione"
 

Pomponesco

Qui voglio parlare di Pomponesco […]. Là in fondo l’aperto si presenta dietro un orizzonte, facendo sentire l’indistinta lontananza che dà un senso alla nostra collocazione spaziale. Piazza quasi sempre vuota, dove il vuoto si riconosce come l’accogliente, e noi accolti potevamo accorgerci degli altri accolti di passaggio, senza la solita sensazione di fastidio.

Gianni Celati racconta Pomponesco in “Verso la foce”

Se la città è un’estensione della casa, poiché essa chiude l’uomo due volte (entro le pareti della casa ed entro le mura della città), la piazza equivale al vano del focolare come centro del luogo chiuso.

Massimo Schilirò in “Segnaletica del dimenticato”

Fotografia e ricordi

Quando fotografo sono consapevole di trascinarmi dietro tutti i film che ho visto, i libri che ho letto, le luci dei quadri che ho sempre ammirato, i fumetti su cui ho sognato. Credo che la mia fotografia insegua qualcosa che si è andato sedimentando nel tempo nella mia testa, in fondo ai miei ricordi. Nel momento stesso in cui vedo qualcosa da fotografare ho come la sensazione, in realtà, di ritrovare qualcosa che, in qualche modo, mi appartiene già.

Luca Campigotto

A proposito di “istante decisivo”

Non riuscivo ad accettare l’idea di tutta una vita passata alla macchina in attesa di questo raro evento, di queste poche decine o centinaia di attimi privilegiati da raccogliere poi un album o in un libro come il cacciatore attacca sui muri di casa i trofei più significativi. Io rifiuto questa idea o teoria dell’attimo fuggitivo, perché penso che tutti gli attimi siano fuggitivi e in un certo senso uno valga l’altro, anzi, il momento meno significativo forse è proprio quello eccezionale.

Ugo Mulas

Città in trasformazione

“… nella storia europea la città non si è trasformata per grandi cancellazioni o sostituzioni, ma piuttosto per graduali addizioni e modifiche dell’esistente.”

Stefano Boeri in “Urbania”

“La fotografia consiste in…” di Luigi Ghirri

Insomma, la fotografia consiste essenzialmente in due cose: prima di tutto nel riuscire a capire cosa è necessario includere all’interno dell’immagine. E questo è uno dei dati fondamentali, anzi, secondo me, è il dato fondamentale. Il secondo aspetto riguarda il come riuscire a dare a questo ritaglio del mondo esterno – attraverso il rapporto con la luce, con lo spazio, con il momento – una sua valenza comunicativa.

Luigi Ghirri in “Lezioni di fotografia”

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“Paesaggio Italiano” di Luigi Ghirri

Questo lavoro sul paesaggio italiano vorrei che apparisse un po’ così come questi disegni mutevoli; anche qui una cartografia imprecisa, senza punti cardinali, che riguarda più la PERCEZIONE di un luogo che non la sua catalogazione o descrizione, come una geografia sentimentale dove gli itinerari non sono segnati e precisi, ma ubbidiscono agli strani grovigli del vedere.”

Questo ‘Paesaggio italiano’ potrà apparire non segnato dalle devastazioni della contemporaneità, un tempo sospeso sembra consegnarlo allo schematismo del viaggio ottocentesco, ma ho rivolto a questi luoghi uno sguardo pieno di affetto e amore nel tentativo di percepire un sentimento semplice e stupefatto di appartenenza nella speranza forse ingenua di scongiurare altri disastri e altre mortificazioni.

Luigi Ghirri da “Paesaggio Italiano”