"Ingegnere per vocazione, fotografo per passione"
 

“Del mordersi la lingua” di Italo Calvino

L’aver pensato rettamente non è un merito: statisticamente è quasi inevitabile che tra molte idee sballate, confuse o banali che gli si presentano alla mente, qualcuna ve ne sia di perspicua o addirittura geniale; e come è venuta a lui, può esser certo che sarà venuta pure a qualcun altro.
Più controverso è il giudizio sul non aver manifestato il suo pensiero. In tempi di generale silenzio, il conformarsi al tacere dei più è certo colpevole. In tempi in cui tutti dicono troppo, l’importante non è tanto il dire la cosa giusta, che comunque si perderebbe nell’inondazione delle parole, quanto il dirla partendo da premesse e implicando conseguenze che diano alla cosa detta il massimo valore. Ma allora, se il valore di una singola affermazione sta nella sua continuità e coerenza del discorso in cui trova posto, la scelta possibile è solo quella tra il parlare in continuazione e il non parlare mai.

Italo Calvino in “Palomar” [1983]

“Via Imperiale | KaiserStrasse” – presentazione a cura di Ecomuseo Quattro Vicariati aps

Ecomuseo Quattro Vicariati aps (associazione di promozione sociale)
presenta

Via Imperiale | KaiserStrasse

da ricerca fotografica personale a memoria collettiva


L’autore della ricerca fotografica, Guido Benedetti, presenterà il lavoro fin qui svolto e ci proporrà un suo possibile sviluppo con la diretta partecipazione della comunità di Mori: in questo modo il progetto, da “ricerca fotografica personale”, si evolverebbe in “memoria collettiva”.
L’idea è quella che, attraverso le visioni delle diverse immagini (realizzate seguendo alcune linee metodologiche), si possa facilitare in tutti gli osservatori il riaffiorare di ricordi personali o di comunità legati ai luoghi fotografati.

Gianmario Baldi dialoga con l’autore del progetto Guido Benedetti.

Venerdì 02 dicembre ore 20,30 sala ARCA, via San Giovanni – Mori Vecchio

Ganzega d’autunno | ©2022

Foto|Photo © Guido Benedetti

“La Ganzega d’autunno ogni anno propone un tema diverso che fa da filo conduttore alla proposta culturale presentata nel proprio programma, quello di quest’anno porta il titolo “1880|1930 dalla sussistenza agricola all’industria della seta e del tabacco“.
Con questa 24^ edizione l’evento vuole testimoniare gli anni di grande cambiamento agricolo e industriale che hanno segnato il territorio della Vallagarina, celebrando l’amore per la terra, la voglia di vivere e di far festa dei nostri avi raccontando uno spaccato della vita di quei tempi attraverso tante iniziative per adulti e bambini.
Un vero e proprio viaggio nel tempo con sfilate in costumi d’epoca a cui parteciperà anche la Principessa Sissi, mostre fotografiche, musica dal vivo, piatti e vini del territorio serviti nelle corti e nelle trattorie, spettacoli teatrali, musical show e una speciale proposta per gli amanti della vacanza in camper con possibilità di sosta in aree dedicate e attività ad hoc.
Fra gli appuntamenti da non perdere “La MAR e le sue sorelle” una serata culturale in programma il 29 settembre al Teatro Sociale Gustavo Modena di Mori che vedrà l’intervento di diversi illustri relatori sul tema dei trasporti in Trentino e in area euro-regionale con un’attenzione agli eventi passati, presenti e che potrebbero verificarsi in futuro.”
fonte: https://www.visitrovereto.it/vivi/eventi/ganzega-autunno/

ALBERI IN CITTÀ – un bilancio della mostra

Il momento dei bilanci di solito è un momento melanconico; in questo caso, però, alla melanconia si affianca la gioia per la consapevolezza che questo lavoro era necessario e farà bene alla città e ai suoi abitanti (alberi compresi).
Riporto di seguito il post di Luca Chistè con le sue considerazioni a chiusura della mostra “Alberi in città”

** BILANCI **
#“Alberi in città”, dati rendicontati alla mano, ha avuto più di 1.300 visitatori.
Un risultato davvero lusinghiero che, forse, nessuno di noi si sarebbe aspettato.
Altre rassegne, anche in luoghi prestigiosi, pure su temi credo interessanti, non hanno avuto una simile partecipazione di pubblico.
Abbiamo provato ad analizzare le variabili di questo risultato,:
– In primo luogo, la scelta del tema. Qualcuno, da più parti, ci ha indicato che “Questo lavoro era necessario…”. Il tema, per ragioni diverse, correlabile alla percezione della qualità della vita e al valore dell’ambiente decretato dalle persone ai luoghi urbani e agli spazi verdi pubblici, è risultato di grande interesse per tutti coloro che hanno avuto modo di visitare la rassegna
– Un altro aspetto importante, è stata la scelta dell’esposizione. Spesso si pensa a Torre Mirana come ad un luogo le cui sale erano (almeno fino a qualche tempo fa) posizionate sottoterra. Una scala, peraltro non propriamente comoda, permetteva di agire a quegli spazi. La Sala Thun, invece, rispetto a quella logistica, non ha nulla a che vedere. Completamente ripristinata, la sala si presta come uno spazio accogliente e ben illuminato.
I pannelli – quanto mai adatti per un uso espositivo – sono colorati di un grigio medio e dotati – ciascuno – di una propria fonte di luce per illuminare le opere, che le rende particolarmente apprezzabili. A completare un allestimento, già bello di suo, l’idea della curatrice della mostra, di collocare alcune grandi piante “urbane” all’interno degli spazi. Una scelta azzeccata, molto gradevole e apprezzata da tutti i visitatori, visto che questi “complementi di arredo”, hanno saputo creare un dialogo, percettivo e concettuale, con il tema proposto dall’indagine.
– La varietà di sguardi, su cui si sono concentrate le singole letture autoriali. Un percorso composito che ha permesso di far dialogare, verso una prospettiva sinergica, le diversità di approccio, così come accaduto con le diverse indagini condotte sul territorio nel corso degli ultimi anni (ricordiamo tutte le rassegne in ambito B.I.T.M.)
– L’aver ipotizzato, da parte della curatrice, tre diversi incontri tematici, veri e propri “parallel events”, dedicati al tema degli alberi urbani (uno era l’incontro con i fotografi) ed ai progetti che li caratterizzano.
– Il supporto, motivazionale, di chi aveva il controllo dello spazio espositivo. Ovvero Giustina, che invece di rimanere passivamente seduta ad aspettare i visitatori, ha promosso la rassegna con una guardiania attiva.
Tutto bene, quindi?… Sì, anche se accanto alla grande soddisfazione esistono sempre margini di miglioramento, come in tutte le cose ed in tutti i processi legati a questi eventi.
Per esempio, per citarne qualcuno, la durata della rassegna. Sarebbe stato bello che questa rassegna, così partecipata e sentita dalla città, avesse potuto essere esposta più a lungo. Dopo la chiusura, infatti, ho ricevuto diversi messaggi da parte di coloro che, dispiaciuti, mi hanno segnalato come l’evento sia durato poco. Esigenze contingenti, ovviamente, esistono sempre.
La stampa delle immagini, in linea con i vincoli di budget (ma ormai, salvo qualche RARISSIMA eccezione è così ovunque), avrebbe potuto avvalersi di una qualità ancora superiore se si fosse utilizzato una diversa tecnica (con la fineart print, per esempio). Intendiamoci, il livello è stato comunque ottimo, ma con una diversa tipologia di stampa, le fotografie avrebbero potuto impreziosirsi ancora di più.
La sintesi di questo 1° bilancio (il 2° riguarda una “lettura” del progetto “Summer Photography” condotto a Mala di Sant’Orsola Terme con una serie di incontri autoriali) è tuttavia MOLTO POSITIVA.
La speranza di tutte le componenti attive della rassegna è che essa possa essere ora “esportata” in altri luoghi della città (le Circoscrizioni, ma sarebbe molto bello se finisse anche in qualche ateneo universitario, visto che fra i visitatori, molti erano studenti dell’Università).
Un ringraziamento quindi a tutti gli attori del progetto e, soprattutto, al pubblico, che con la propria presenza ci ha permesso di avere un indicatore attendibile di quanto possa essere utile la fotografia su temi di carattere ambientale ed urbano.
Luca Chistè

[P.S. il risultato di una rassegna è anche merito di coloro che si prestano, concretamente, per far sì che essa sia possibile.
Per questo, come in cento altre occasioni, colgo l’occasione per ringraziare pubblicamente Ferruccio Casalinga che, con la sua consueta generosità e abilità ha favorito l’allestimento della rassegna.
Grazie!]

** L’opuscolo/catalogo della rassegna è stato prodotto da Lineagrafica Bertelli **

#alberiincittà #trento #fotografiaautoriale #territorio #spazioverde #urbanphotography #urbanlandscape #urbanlandscapephotography

ALBERI IN CITTÀ – un bilancio della mostra

Il momento dei bilanci di solito è un momento melanconico; in questo caso, però, alla melanconia si affianca la gioia per la consapevolezza che questo lavoro era necessario e farà bene alla città e ai suoi abitanti (alberi compresi).
Riporto di seguito il post di Luca Chistè con le sue considerazioni a chiusura della mostra “Alberi in città”

** BILANCI **
#“Alberi in città”, dati rendicontati alla mano, ha avuto più di 1.300 visitatori.
Un risultato davvero lusinghiero che, forse, nessuno di noi si sarebbe aspettato.
Altre rassegne, anche in luoghi prestigiosi, pure su temi credo interessanti, non hanno avuto una simile partecipazione di pubblico.
Abbiamo provato ad analizzare le variabili di questo risultato,:
– In primo luogo, la scelta del tema. Qualcuno, da più parti, ci ha indicato che “Questo lavoro era necessario…”. Il tema, per ragioni diverse, correlabile alla percezione della qualità della vita e al valore dell’ambiente decretato dalle persone ai luoghi urbani e agli spazi verdi pubblici, è risultato di grande interesse per tutti coloro che hanno avuto modo di visitare la rassegna
– Un altro aspetto importante, è stata la scelta dell’esposizione. Spesso si pensa a Torre Mirana come ad un luogo le cui sale erano (almeno fino a qualche tempo fa) posizionate sottoterra. Una scala, peraltro non propriamente comoda, permetteva di agire a quegli spazi. La Sala Thun, invece, rispetto a quella logistica, non ha nulla a che vedere. Completamente ripristinata, la sala si presta come uno spazio accogliente e ben illuminato.
I pannelli – quanto mai adatti per un uso espositivo – sono colorati di un grigio medio e dotati – ciascuno – di una propria fonte di luce per illuminare le opere, che le rende particolarmente apprezzabili. A completare un allestimento, già bello di suo, l’idea della curatrice della mostra, di collocare alcune grandi piante “urbane” all’interno degli spazi. Una scelta azzeccata, molto gradevole e apprezzata da tutti i visitatori, visto che questi “complementi di arredo”, hanno saputo creare un dialogo, percettivo e concettuale, con il tema proposto dall’indagine.
– La varietà di sguardi, su cui si sono concentrate le singole letture autoriali. Un percorso composito che ha permesso di far dialogare, verso una prospettiva sinergica, le diversità di approccio, così come accaduto con le diverse indagini condotte sul territorio nel corso degli ultimi anni (ricordiamo tutte le rassegne in ambito B.I.T.M.)
– L’aver ipotizzato, da parte della curatrice, tre diversi incontri tematici, veri e propri “parallel events”, dedicati al tema degli alberi urbani (uno era l’incontro con i fotografi) ed ai progetti che li caratterizzano.
– Il supporto, motivazionale, di chi aveva il controllo dello spazio espositivo. Ovvero Giustina, che invece di rimanere passivamente seduta ad aspettare i visitatori, ha promosso la rassegna con una guardiania attiva.
Tutto bene, quindi?… Sì, anche se accanto alla grande soddisfazione esistono sempre margini di miglioramento, come in tutte le cose ed in tutti i processi legati a questi eventi.
Per esempio, per citarne qualcuno, la durata della rassegna. Sarebbe stato bello che questa rassegna, così partecipata e sentita dalla città, avesse potuto essere esposta più a lungo. Dopo la chiusura, infatti, ho ricevuto diversi messaggi da parte di coloro che, dispiaciuti, mi hanno segnalato come l’evento sia durato poco. Esigenze contingenti, ovviamente, esistono sempre.
La stampa delle immagini, in linea con i vincoli di budget (ma ormai, salvo qualche RARISSIMA eccezione è così ovunque), avrebbe potuto avvalersi di una qualità ancora superiore se si fosse utilizzato una diversa tecnica (con la fineart print, per esempio). Intendiamoci, il livello è stato comunque ottimo, ma con una diversa tipologia di stampa, le fotografie avrebbero potuto impreziosirsi ancora di più.
La sintesi di questo 1° bilancio (il 2° riguarda una “lettura” del progetto “Summer Photography” condotto a Mala di Sant’Orsola Terme con una serie di incontri autoriali) è tuttavia MOLTO POSITIVA.
La speranza di tutte le componenti attive della rassegna è che essa possa essere ora “esportata” in altri luoghi della città (le Circoscrizioni, ma sarebbe molto bello se finisse anche in qualche ateneo universitario, visto che fra i visitatori, molti erano studenti dell’Università).
Un ringraziamento quindi a tutti gli attori del progetto e, soprattutto, al pubblico, che con la propria presenza ci ha permesso di avere un indicatore attendibile di quanto possa essere utile la fotografia su temi di carattere ambientale ed urbano.
Luca Chistè

[P.S. il risultato di una rassegna è anche merito di coloro che si prestano, concretamente, per far sì che essa sia possibile.
Per questo, come in cento altre occasioni, colgo l’occasione per ringraziare pubblicamente Ferruccio Casalinga che, con la sua consueta generosità e abilità ha favorito l’allestimento della rassegna.
Grazie!]

** L’opuscolo/catalogo della rassegna è stato prodotto da Lineagrafica Bertelli **

#alberiincittà #trento #fotografiaautoriale #territorio #spazioverde #urbanphotography #urbanlandscape #urbanlandscapephotography

Mappe, sogni e distacchi

“Le mappe non servono a orientarsi, ma a sognare il viaggio nei mesi che precedono il distacco”.

Paolo Rumiz citato da Paolo Ciampi in “Il sogno delle mappe”

1 aprile 2019 – 1 aprile 2022

Pare ieri ma allo stesso tempo mi sembra un’era geologica fa: oggi compio 3 anni nella mia terza fase lavorativa.
Dopo 15 anni dedicati alla prima passione giovanile (l’idraulica) presso l’allora Azienda Speciale di Sistemazione Montana (ASSM),
dopo altri 18 anni dedicati alla seconda passione giovanile (la regolazione del traffico paletta in mano e fischietto in bocca pronto all’azione) presso il Servizio Gestione Strade,
oggi concludo i miei primi 3 anni dedicati alla passione della maturità: la forma della città e il paesaggio.
Sono stati tre anni molto impegnativi che però ho percorso con, al mio fianco, una squadra di persone eccezionali che mi ha consentito un apprendimento continuo di qualità.
Grazie per la fiducia e il supporto alle colleghe Nicla, Alessia, Daria, Elisa, Micol, Federica, Giulia, Sara, Daniela, Daniela, Mariarita, Lorena, Manuela, Mariateresa, Rosanna e Angiola,
e ai colleghi Andrea, Massimo, Alberto, Luca, Matteo, Arnaldo, Elio, Mauro, Silvio, Aldo, Ivan e Walter.