Autore: Guido Benedetti – Titolo: Una valle a 360°
Il concorso “Una valle a 360°” è stato indetto con l’obiettivo di stimolare una conoscenza più approfondita del territorio della valle, capace di osservare questo luogo per la sua bellezza e significatività storica, ma anche per i suoi punti di vulnerabilità e fragilità.
Un racconto in 40 immagini a 40 anni dagli scritti di Alessandro Cucagna
A cavallo tra il 1977 e il 1978, il geografo triestino Alessandro Cucagna percorse la Valle di Gresta e annotò, su un taccuino rosso, i propri appunti. Guido Benedetti, tra il 2017 e il 2018, ha ripercorso a sua volta la valle registrando con la sua macchina fotografica l’evoluzione di quel territorio a quarant’anni di distanza. Il lavoro di ricerca, che ha prodotto circa 2000 fotografie, è stato condensato nelle quaranta immagini del libro alle quali sono stati affiancati i testi e le osservazioni che Alessandro Cucagna aveva riportato nel proprio taccuino quarant’anni prima.
“Il paesaggio è abitato dalla sua storia e viene riconsegnato allo sguardo dell’osservatore nella forma del ricordo e della sua trasformazione per vederlo, sentirlo e in qualche modo, viverlo da vicino, attraverso immagini che sono rappresentazione di luoghi, ricordi, suggestioni, rimasti impressi dal racconto d’un tempo trasportato al presente.” Stefano Bisoffi
“Benedetti, con le sue fotografie, ci porta a rivedere oggi ciò che ieri abbiamo visto e vissuto, immagini di un passato appena trascorso, e consegna alla storia le immagini di una Valle, di un territorio e di una Comunità quale prezioso documento da tramandare alle future generazioni.” Piera Benedetti
“Queste fotografie assurgono quindi a tessere di quello che è il grande mosaico della storia della comunità della Val di Gresta perché oltre a documentare la bellezza e la ricchezza naturalistica del territorio sono anche e soprattutto la testimonianza di quel forte e ancora molto persistente legame che unisce la comunità grestana alla propria terra.” Stefano Barozzi e Filippo Mura
“La sue fotografie, a confronto con le testimonianze del geografo triestino, ci raccontano un territorio che non è mutato di molto rispetto alla fine degli anni settanta e che non ha subìto la forza distruttiva del turismo di massa. Un territorio che ha saputo in definitiva conservare la propria identità ed è proprio questo che, oggi, costituisce una ricchezza per tutta la Val di Gresta.” Gianmario Baldi
“Questa operazione fotografica, di matrice sostanzialmente descrittivo-narrativa, trova puntuale identità in una duplice prospettiva: da un lato, quella di accogliere la proposta di Cucagna e di interpretarla in chiave personale; dall’altro, quella di riaffermare l’importanza di una fotografia utile a comprendere, anche a distanza di tempo, quali siano le dinamiche che connotano un territorio, decisamente peculiare, come quello della Valle di Gresta. (…) Per questa ragione, aldilà della coerenza estetico/formale delle fotografie, anch’essa comunque rilevante, la testimonianza visiva di Guido Benedetti, in questa prospettiva, assume una valenza storico/culturale di evidente significatività e contemporaneità.” Luca Chistè
Un filo conduttore attraverso i percorsi della Valle di Gresta dal ’77 conduce ai giorni nostri. Esperienze comuni ed interessi affini accomunano la ricerca del geografo Cucagna e del fotografo Guido Benedetti il quale, nel suo lavoro “GARDUMO 77.78 | 17.18. Un racconto in 40 immagini a 40 anni dagli scritti di Alessandro Cucagna”, condensa e celebra gli sforzi del primo.
Immensi sprazzi su vallate verdi, panoramiche innevate e borghi idilliaci fanno da contenuto ad una ampissima opera di ricerca e ad un intensissimo e puntuale lavoro d’osservazione.
immagini di Guido BENEDETTI | Luca CHISTÈ | Mattia DORI a cura di Alessandro Franceschini
La “riconquista” insediativa. Verso un nuovo modello di abitare. Se un tempo il Bondone era luogo di frequentazione dei “bondoneri”, ossia persone che in questo contesto avevano prevalentemente riposto le loro risorse per erigere una “seconda” casa, ad uso prevalentemente turistico o per lo sci, oggi, molte persone, in accordo a nuovi paradigmi esistenziali, marcatamente “green-oriented” o semplicemente ispirati dall’idea di vivere un’esistenza avulsa dalla frenesia quotidiana, scelgono di trasferirsi in Bondone non per finalità ludico-sportive, ma per viverci tutto l’anno. Soprattutto la “parte bassa” del Bondone, a partire dalla zona di Candriai, divengono luoghi per una nuova – e stabile – residenza, talvolta immaginata a stretto ridosso degli habitat più naturalistici e selvatici della parte boschiva. Il lavoro fotografico di Guido Benedetti, muovendo da queste nuove istanze, descrive e di rende visivamente conto di queste sopravvenute “identità urbane”, che rappresentano una interessante rifunzionalizzazione dello spazio antropico del Bondone e una “riconquista” di un territorio apparentemente dismesso da tempo.
località Vanezelocalità Norgelocalità Pra della Favalocalità Candriailocalità Candriailocalità Pra della Favalocalità Pra della Favalocalità Lavàchellocalità Pra della Favalocalità Pra della Favalocalità Lavàchel – Vanezelocalità Lavàchel – Vanezelocalità Selva di Vasonlocalità Selva di Vasonlocalità via dei Daini – Vanezelocalità Lavàchel – Vanezelocalità Lavàchel – Vanezelocalità Lavàchel – Vanezelocalità Pra della Favalocalità via dei Daini – Vanezelocalità Vasonlocalità Pra della Favalocalità Lavàchel – Vanezelocalità Lavàchel – Vanezelocalità Lavàchel – Vanezelocalità Lavàchel – Vanezelocalità Lavàchel – Vanezelocalità Pra della Fava