"Ingegnere per vocazione, fotografo per passione"
 

Pietro Donzelli

Donzelli … ci parla di solidarietà sociale e di uguaglianza e difende a oltranza i principi dell’autonomia e della libertà della pratica creativa.

Procede per argomenti (Il Delta, Le crete senesi, Marcinelle, Sardegna, eccetera), mai programmando in anticipo il piano-sequenza, ma piuttosto combinando il ritmo di ogni capitolo con il montaggio postumo di fotografie che possono vivere anche isolate, perché perfettamente compiute. Raramente indugia a mettere in evidenza persone o cose perché comprende che, mettendo a fuoco dal piano americano all’infinito, non si corre il rischio di sradicare il soggetto dall’ambiente in cui vive, di privare di riferimenti essenziali il paesaggio italiano, che è fatto di uomini e di cose , in continua relazione tra di loro.

L’opera di Donzelli si sviluppa seguendo le scansioni della narrazione e dell’indagine, con un racconto che indubbiamente è influenzato da alcuni episodi della letteratura e del cinema americano (da Steinbeck a Ford) ma anche da quelli, tutti italiani, delle traduzioni di Vittorini e Pavese, dei fotogrammi della periferia milanese scaricati da Lattuada sul formato del suo Occhio Quadrato e degli esterni che Visconti introduce nella sceneggiatura di Ossessione, ubbidendo alla interiore esigenza di rispettare il rigoroso rapporto tra figura e ambiente, tra verità documentaria e funzione drammaturgica.

Piero Racanicchi

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