"Ingegnere per vocazione, fotografo per passione"
 

“Le pietre e il popolo” di Tomaso Montanari 

“… il vero capolavoro della nostra tradizione artistica è quella rete di relazioni tra oggetti, luoghi e persone che chiamiamo città. E, più precisamente, ciò che davvero conta è il nesso fra l’urbs (la città delle pietre) e la civitas (la città degli uomini).”

“… nulla si può capire dell’urbs, della città materiale, se non la si mette in connessione con le vicende morali e spirituali della civitas, la città degli uomini, cioè la società.”

“… è impossibile non capire che oggi l’urgenza culturale e civile è studiare, conservare e spiegare i contesti: non estrarre i singoli «capolavori» dai contesti per inserirli in mostre itineranti senza progetto scientifico.”

“Dobbiamo tornare a dire agli italiani di oggi che le loro città sono belle non per compiacere i turisti, ma per dar forma alla loro vita civile e politica. La forma della polis è forma della politica: per secoli la forma dello Stato, la forma dell’etica, la forma della civiltà stessa si è definita e si è riconosciuta nella forma dei luoghi pubblici. E per questo che la Repubblica – lo afferma l’articolo 9 della Costituzione – nel momento della sua nascita ha preso sotto la propria tutela il patrimonio storico e artistico della nazione: perché quel patrimonio è stato il luogo e lo strumento della formazione della comunità nazionale, visceralmente ancorata alle cento città d’Italia.”

Dall’introduzione di “Le pietre e il popolo” di Tomaso Montanari 

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