di Laura Galassi da Vita Trentina del 15 aprile 2009
L’albergo diffuso è un modello di ospitalità turistica che punta a mettere in rete diverse proprietà private, senza costruire nuove strutture ma ristrutturando quelle già presenti. I servizi di ristorazione ed intrattenimento vengono fruiti dal turista direttamente sul territorio.
In questo modo l’albergo diffuso funge da presidio sociale, animando i paesi e generando indotto economico. Il visitatore ha inoltre la possibilità di conoscere veramente il territorio.
Piace L’albergo diffuso
di Laura Galassi da Vita Trentina
Per gli impianti di risalita del basso Trentino questo è stato un inverno coi fiocchi ma il rischio ora è di tirare un respiro di sollievo prematuro. Il clima delle Alpi sta infatti cambiando e nel frattempo la crisi economica si fa sempre più acuta. Da ciò la necessità di affiancare alla monocoltura dello sci altri tipi di offerta turistica. È questo l’argomento della tavola rotonda proposta sabato 18 aprile a Mori dalla Commissione tutela ambiente montano della Sat provinciale e dalle sezioni del basso Trentino.
“Fin dalla sua fondazione – spiega Roberto Calliari, vicepresidente della Sat trentina e membro della sezione moriana – la nostra associazione si è proposta come soggetto attivo nel dibattito inerente la montagna. Il primo articolo del nostro statuto sottolinea infatti che la Sat si adopera per il sostegno alle popolazioni montane”. L’obiettivo del convegno è quindi quello di scovare forme di turismo dolce, più attente all’ambiente e meno costose, ma ugualmente redditizie per le popolazioni di montagna.
“La Sat – afferma Ester Pisetta, presidente della sezione di Mori – non vede la montagna unicamente come spazio ludico, bensì comprendiamo che amare la montagna significa prima di tutto rispettare i suoi abitanti”. Per la loro morfologia ed esposizione, le cime del basso Trentino si presterebbero quindi ad un’offerta turistica più votata all’escursionismo, alla storia ed alla valorizzazione dell’agricoltura di montagna. “Qui da noi – prosegue Calliari – non ci sono le grandi Dolomiti ma le stazioni sciistiche sono comunque dominanti. Invece si dovrebbero sfruttare le altre potenzialità del territorio”.
Per sostenere maggiormente le popolazioni locali, si potrebbero favorire nuove forme di accoglienza turistica. “Un’idea – propone Ester Pisetta – potrebbe essere quella di puntare sull’albergo diffuso, perfetto per la Vallarsa, la Val di Gresta o l’Altopiano di Brentonico. In questo modo il turista potrebbe vivere veramente il territorio, conoscendo la gente e le tradizioni locali. Inoltre si potrebbe investire di più sul turismo religioso, quello storico e quello botanico”.
Queste offerte alternative di “turismo lento” potrebbero inoltre costituire una valida risposta alla crisi: sostenere il costo dello sci da discesa per le famiglie è infatti sempre più difficile. “La Sat – afferma Calliari – è stata la prima ad investire nello sci, ma ora i tempi sono cambiati e anche noi, al posto delle gite sugli impianti di risalita, da qualche anno proponiamo ciaspole e fondo. Mantenere le piste a bassa quota è poi un costo eccessivo; i fondi provinciali per “salvare” gli impianti della zona, potrebbero essere dirottati verso altri investimenti più eco-compatibili”.
Nella serata di sabato si discuterà poi della possibilità di creare nuovi musei etnografici nelle valli del basso Trentino. “Se si dispone di investimenti – conclude Pisetta – si potrebbe creare una rete di offerte culturali in grado di valorizzare il nostro territorio e la nostra cultura. Perché non pensare a tanti piccoli musei etnografici inizialmente gestiti dal volontariato locale?”.