Foto | Photo © 2020 Guido Benedetti
Presentazione del libro fotografico #GARDUMO 77.78 |17.18
Siete tutti invitati alla presentazione del libro Gardumo 77.78 | 17.18
il giorno venerdì 31/01/2020 alle ore 20:30
presso il centro Anziani di via don Chiettini a Ronzo-Chienis
Alla serata saranno presenti
l’autore Guido Benedetti,
Gianmario Baldi direttore della biblioteca civica G. Tartarotti di Rovereto,
e il curatore della mostra Luca Chistè di Phf-Photoforma.
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Un racconto in 40 immagini a 40 anni dagli scritti di Alessandro Cucagna
A cavallo tra il 1977 e il 1978, il geografo triestino Alessandro Cucagna percorse la Valle di Gresta e annotò, su un taccuino rosso, i propri appunti.
Guido Benedetti, tra il 2017 e il 2018, ha ripercorso a sua volta la valle registrando con la sua macchina fotografica l’evoluzione di quel territorio a quarant’anni di distanza.
Il lavoro di ricerca, che ha prodotto circa 2000 fotografie, è stato condensato nelle quaranta immagini del libro alle quali sono stati affiancati i testi e le osservazioni che Alessandro Cucagna aveva riportato nel proprio taccuino quarant’anni prima.
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alcuni estratti dalle presentazioni al libro:
“Il paesaggio è abitato dalla sua storia e viene riconsegnato allo sguardo dell’osservatore nella forma del ricordo e della sua trasformazione per vederlo, sentirlo e in qualche modo, viverlo da vicino, attraverso immagini che sono rappresentazione di luoghi, ricordi, suggestioni, rimasti impressi dal racconto d’un tempo trasportato al presente.”
Stefano Bisoffi
“Benedetti, con le sue fotografie, ci porta a rivedere oggi ciò che ieri abbiamo visto e vissuto, immagini di un passato appena trascorso, e consegna alla storia le immagini di una Valle, di un territorio e di una Comunità quale prezioso documento da tramandare alle future generazioni.”
Piera Benedetti
“Queste fotografie assurgono quindi a tessere di quello che è il grande mosaico della storia della comunità della Val di Gresta perché oltre a documentare la bellezza e la ricchezza naturalistica del territorio sono anche e soprattutto la testimonianza di quel forte e ancora molto persistente legame che unisce la comunità grestana alla propria terra.”
Stefano Barozzi e Filippo Mura
“La sue fotografie, a confronto con le testimonianze del geografo triestino, ci raccontano un territorio che non è mutato di molto rispetto alla fine degli anni settanta e che non ha subìto la forza distruttiva del turismo di massa. Un territorio che ha saputo in definitiva conservare la propria identità ed è proprio questo che, oggi, costituisce una ricchezza per tutta la Val di Gresta.”
Gianmario Baldi
“Questa operazione fotografica, di matrice sostanzialmente descrittivo-narrativa, trova puntuale identità in una duplice prospettiva: da un lato, quella di accogliere la proposta di Cucagna e di interpretarla in chiave personale; dall’altro, quella di riaffermare l’importanza di una fotografia utile a comprendere, anche a distanza di tempo, quali siano le dinamiche che connotano un territorio, decisamente peculiare, come quello della Valle di Gresta. (…) Per questa ragione, aldilà della coerenza estetico/formale delle fotografie, anch’essa comunque rilevante, la testimonianza visiva di Guido Benedetti, in questa prospettiva, assume una valenza storico/culturale di evidente significatività e contemporaneità.”
Luca Chistè
Gianmario Baldi: La val di Gresta di ieri e di oggi raccontata da Alessandro Cucagna e Guido Benedetti
Il susseguirsi dei crinali dei monti Biaena, Stivo e Creino sembrano limitare e chiudere la Valle di Gresta; per la sua conformazione morfologica ed orografica e per la sua collocazione la valle ha invece sempre rappresentato una cerniera, un luogo aperto sia verso nord che verso sud nonché luogo d’incontro per chi proviene da est e da ovest. I fattori fisici ed edilizi che caratterizzano la valle si possono individuare nei terrazzamenti destinati all’agricoltura ma anche nei caratteristici poggioli delle case contadine. Altro fattore caratterizzante, questa volta dal punto di vista sociale, è un marcato senso di appartenenza e il forte legame degli abitanti con il proprio territorio. Storicamente le vie di comunicazione che percorrevano l’alta parte della valle (nell’antichità per una maggior sicurezza le strade erano collocate sui versanti e non nei fondovalle) hanno determinato la nascita di alcuni monasteri e chiese. Nell’alto Medioevo, nei pressi di Pannone, si assiste alla nascita del monastero di Santa Giustina dipendente dal monastero benedettino di Santa Maria, un organo di Verona. Questo monastero costituiva un punto di riferimento non solo per i viaggi dei monaci verso Nord e il lago di Garda ma anche per la produzione agricola di ortaggi. Nei pressi di Corniano, invece, venne eretta la chiesa romanico-barbarica (sec. X-XI) di Sant’Agata. Le chiese intitolate a questa santa venivano normalmente costruite nei pressi di importanti vie di comunicazione e lontano dai centri abitanti, e quindi anch’esse garantivano un supporto e una protezione ai viandanti. Queste strade vennero percorse anche dagli eserciti che da sud o da ovest invasero il Trentino; in particolare i francesi, al comando del generale L.G. Vendôme, nel 1703 riuscirono a raggiungere e bombardare Trento senza però occuparla. L’esercito francese nella sua marcia verso nord distrusse numerose abitazioni e archivi della Valle di Gresta. Questo territorio, a dimostrazione della sua complessità, non è mai stato un’unica realtà dal punto di vista amministrativo; in passato la giurisdizione del Castello di Gresta comprese solo i paesi che si affacciavano sul Rio Gresta mentre Manzano e Nomesino, assieme a Corniano, appartennero alla giurisdizione del Castello di Nomesino e Albano. Anche oggi la valle risulta suddivisa tra i comuni di Mori e Ronzo- Chienis. Alessandro Cucagna (1917-1987), professore di Geografia presso l’Università di Trieste, fu affascinato da questo territorio, poco antropizzato, e ne fece oggetto dei suoi studi, purtroppo rimasti incompiuti per la sua prematura scomparsa. Già nei suoi primi appunti descrive la val di Gresta come “un paesaggio agrario senile che tradisce un’antica umanizzazione nonché polimorfo e pieno di contrasti: abbandono e accuratezza, il bosco ceduo a contatto con le coltivazioni di ortaggi, vigneti rammodernati ed altri secchi e rabberciati con pali lignei contorti, casote nuove e fatiscenti”. Cucagna nei suoi diari, ora rieditati da Guido Benedetti, ci insegna un metodo per conoscere la Valle di Gresta usando gli strumenti del geografo: l’antica cartografia, gli studi storici, antropologici e botanici ma soprattutto l’osservazione del territorio percorso in ogni angolo attraverso questi suoi appunti, fotografie ed interviste a contadini incontrati nei campi. Alessandro Cucagna ci restituisce uno spaccato di questo territorio da lui studiato e “percorso” fra il 16 novembre 1977 e il 28 febbraio 1981, cioè prima della “crisi” della fine degli anni ottanta ed inizio degli anni novanta che modificò profondamente l’economia della Vallagarina. Guido Benedetti ha accettato di confrontarsi, non solo con questo territorio, ma anche con la Valle di Gresta vista da un geografo quarant’anni fa, usando soprattutto l’obiettivo della sua macchina fotografica alla ricerca sia di quelle emozioni che una realtà come questa sa regalarti che delle trasformazioni che hanno caratterizzato recentemente la valle. La sue fotografie, a confronto con le testimonianze del geografo triestino, ci raccontano un territorio che non è mutato di molto rispetto alla fine degli anni settanta e che non ha subìto la forza distruttiva del turismo di massa. Un territorio che ha saputo in definitiva conservare la propria identità ed è proprio questo che, oggi, costituisce una ricchezza per tutta la Valle di Gresta.