Guido Benedetti

"Ingegnere per vocazione, fotografo per passione"
 

Sosteniamo l’appello di don Gianni e di altri 49 Sacerdoti

Domenica 6 dicembre a Mori firma anche tu il sostegno al seguente appello di don Gianni e di altri 49 Sacerdoti al Governatore dello Stato di Amazzonas.

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CONFERÊNCIA NACIONAL DOS BISPOS DO BRASIL – CNBB NORTE 1

COMISSÃO REGIONAL DE PRESBÍTEROS

Av. Epaminondas, 722

69010-090 Manaus-AM

(92) 3233 5093

RICHIESTA DI PROVVEDIMENTI

Ecc.mo Signor Eduardo Braga

Molto degno Governatore dello Stato di Amazonas

Noi, Presbiteri delle Diocesi e Prelazie di Manaus, Parintins, Borba, Itacoatiara, Coari, S. Gabriel da Cachoeira, Tefé e Roraima, riuniti nell´incontro regionale dei presbiteri nella cittá di Maués, dal 27 al 30 di ottobre di 2009, preoccupati per il crescente quadro di violenza nella città di Manaus e all’interno dello Stato, soprattutto negli ultimi mesi, presentiamo a Vs Ecc., la nostra perplessità per il ritardo nelle spiegazioni di crimini e aggressioni sofferte dalla popolazione, compresi preti e altre persone con responsabilità religiosa e comunitaria, così come per le morti continue di persone nelle nostre periferie.

Riconosciamo l´impegno di Vs Ecc. e dei suoi collaboratori per sviluppare una politica che tragga ricchezza e benessere per tutti gli amazzonensi e quelli che vivono qui, ma sappiamo che cresce il volume statistico di casi di violenza, il che dimostra la fragilità delle sicurezza pubblica dello Stato.

Per quanto riguarda i ministri religiosi che lavorano nella Arcidiocesi di Manaus, vogliamo qui ricordare i recenti episodi di furto, rapina a mano armata, sequestro–lampo, minaccia di morte, con il grave assassinio del missionario italiano padre Ruggero Ruvoletto.

Non capiamo perché uno stato di diritto non garantisca ai suoi cittadini e a quelli che collaborano il pieno sviluppo della vita, il diritto di muoversi con sicurezza. Il quadro attuale di violenza e insicurezza constatato, associato soprattutto al traffico di droga, causa insicurezza e crea nella popolazione un sentimento di paura e di impotenza di fronte a situazioni che si presentano impunite o che ancora non hanno ricevuto un trattamento adeguato da parte delle autorità competenti.

La sicurezza é un diritto di ogni cittadino brasiliano.

Deve essere garantita dallo Stato, nel pieno esercizio della “preservazione dell´ordine pubblico e dell´incolumità delle persone e del patrimonio” (Costituzione Brasiliana, art. 144).

Quest´anno la Chiesa Brasiliana ha riflettuto durante la Campagna della Fraternità il tema “Fraternità e sicurezza pubblica: la pace é frutto della giustizia”

In questo senso, in comunione con tutta la Chiesa e con gli altri segmenti della Società Civile Organizzata che difendono la vita in tutte le sue circostanze, anche noi, padri, difensori della vita, della giustizia e della speranza, alla luce della Buona Novella di Gesù Cristo, facciamo appello a Vs Ecc. perché prenda provvedimenti e misure urgenti, effettive, sistematiche ed efficaci che diano risposta al quadro attuale, tanto ai fatti di violenza che hanno a vedere con la Chiesa Cattolica quanto soprattutto ai fatti che devastano la popolazione di Manaus e dell´interno dello Stato.

Pertanto, che la giustizia sia distribuita con equità per tutti i casi e che i responsabili dei crimini successi siano giudicati e esemplarmente puniti per i loro atti.

Chiediamo ampia riflessione, posizione e decisione da parte dello Stato di fronte ai fatti violenti che attentarono e attentano alla vita e alla dignitá della popolazione di Manaus e dell´interno, garantendo a questi il diritto alla sicurezza.

(Seguono le firme di 50 presbiteri)

A Manaus si muore: dov’è il nostro governo?

Rilancio la lettera di don Gianni apparsa su Vita Trentina del 18 ottobre 2009 e il suo invito (assieme a quelli di altri 49 sacerdoti) a sostenere l’appello rivolto al Governatore dello stato per richedere una maggiore sicurezza per i missionari e per le popolazioni locali.

Possiamo aiutare don Gianno firmando – la mattina del 6 dicembre – il documento con cui “la comunità cristiana del Decanato di Mori (Trento – Italia), in spirito di comunione e fratellanza con il popolo brasiliano dello Stato di Manaus e con i suoi presbiteri, si unisce al loro appello, con forza e convinzione, cosciente che se la Pace è primariamente un dono di Dio, essa è anche e soprattutto frutto della giustizia”.

Chiusura del ponte di Ravazzone: “Mori protesta e la provincia paga”

Il quotidiano Trentino del 4 novembre 2009 riferisce, a pagina 28, che “dopo le vibranti proteste del comune di Mori … la Provincia si piega alle esigenze e richieste moriane” decidendo “di farsi carico dei costi non indifferenti per il trasporto pubblico” necessario per limitare i disagi agli abitanti delle frazioni di Molina e Ravazzone.

Come dice il giornalista all’inzio del suo pezzo “Tutto è bene quel che finisce bene”.

Si deve però porre comunque la seguente domanda : perchè i problemi devono sempre essere “risolti” e non si possono invece “evitare” analizzando per tempo le conseguenze di determinate azioni, anche e soprattutto in sede locale, senza subire sempre in modo passivo gli eventi e aspettare l’ultimo giorno (o, come in questo caso, quello dopo) per affrontare le problematiche e risolverle?

A questo proposito confermo quanto ho già affermato in un mio precedente intervento (Grandi opere pubbliche .. : un’opportunità per il territorio?) evidenziando ancora che la parola Autonomia, giustamente piena di significato a livello provinciale, a livello locale fa fatica ad imporsi e alla fine è normale delegare al livello amministrativo superiore la risoluzione di tutti i problemi.ponte

“Mori e la sua gente”: trova l’errore

Cosa si nasconde sulla copertina dell’ultimo numero di “Mori e la sua gente” distribuito recentemente alle famiglie di Mori?

Morielasuagente
Copertina dell'ultimo numero di "Mori e la sua gente"

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Il nostro gruppo facebook sul giornale “Il Trentino”

Lanciato un gruppo su facebook per chiudere la statale Rivana

Trentino — 25 ottobre 2009   pagina 32

MORI. Il progetto di nuovo collegamento tra Mori e il Garda ha due pecche anche per l’ingegner Guido Benedetti: non risolve il problema di Loppio, ignorandolo completamente; non prevede un collegamento della nuova viabilità in progetto con Nago, con ciò rendendo inevitabile il mantenimento dell’attuale statale. Che a suo parere invece, andrebbe senz’altro soppressa. Il vantaggio sarebbe liberare da qualsiasi traffico il biotopo del lago, facendone un corridoio ecologico tra il Baldo e lo Stivo. Invita tutti coloro che la pensano come lui ad iscriversi al gruppo facebook: Realizziamo il collegamento ecologico Rovereto-Altogarda.

L'articolo cartaceo

Ancora su “Realizziamo il collegamento ecologico Rovereto-Alto Garda”

Dopo le rassicurazioni che il Presidente Dellai aveva fornito al senatore Molinari, sindaco di Riva del Garda, il 18 luglio u.s., adesso anche l’assessore Pacher conferma che entro l’anno il progetto del collegamento “Rovereto-Riva” sarà sottoposto alla Valutazione di impatto ambientale e che verrà avviato un confronto con le amministrazioni dell’Alto Garda (compresa quella di Nago Torbole che sarà rinnovata a novembre) per una valutazione preventiva delle ipotesi proposte.

Anche questa volta, purtroppo, sembra che le amministrazioni considerate come interlocutrici per una valutazione del progetto, siano solo quelle dell’Alto Garda escludendo di fatto quella di Mori, paese che non trae evidenti benefici da questo progetto ma che è collocato sull’asse Rovereto-Riva e sul cui territorio transita tutto il traffico leggero e pesante diretto in quella zona.

Come ho avuto già occasione di scrivere, il collegamento Rovereto-Alto Garda – opera richiesta ormai da anni ma sempre procrastinata per i più svariati motivi – rappresenta un intervento infrastrutturale di grande impatto economico che, oltre al principale scopo di migliorare il collegamento viabilistico con il Basso Sarca, potrebbe anche fornire l’occasione per:

  1. migliorare la sicurezza stradale nell’intero tratto da Mori Ovest all’Alto Garda e la vivibilità delle zone abitate attraversate (la SS240 è infatti una delle prime 5 strade del Trentino per volume di traffico, con un passaggio medio di circa 18.000 veicoli al giorno e punte di 22.000 nei fine settimana estivi);
  2. valorizzare, sia dal punto di vista ambientale che dal punto di vista turistico, risorse ambientali (p.e. il biotopo del Lago di Loppio) che in questo momento sono soffocate dal traffico diretto verso l’importante zona turistica ed economica del Lago di Garda.

Con riferimento diretto al territorio del Comune di Mori, invece, la Provincia autonoma di Trento, in risposta ad alcune interrogazioni, aveva già dichiarato che “Lo studio predisposto non prevede soluzioni diverse per l’imbocco del tunnel di monte previsto all’inizio del lago di Loppio. Potranno eventualmente essere studiate ed integrate soluzioni diverse per by-passare anche l’abitato di Loppio nel corso della procedura di valutazione di impatto ambientale ove se ne ravvisi l’opportunità in relazione al rapporto costi-benefici”.

In sintesi l’attuale progetto preliminare che sarà presentato alla procedura di VIA, rappresentato in modo sinottico anche sui giornali locali del 22 ottobre 2009, prevede la realizzazione di un tunnel a doppia canna con imbocco nei pressi di “Castel Verde” (in corrispondenza del curvone alla fine della retta di Loppio) e un’unica uscita localizzata nella piana a monte di Torbole.

Alla luce del precedente punto 1. è evidente che le soluzioni viabilistiche che saranno presentate alla VIA non affrontano in modo organico il problema del collegamento “Rovereto-Riva” nel suo complesso in quanto considerano solo in modo marginale il tratto Mori Ovest – Loppio Ovest che sarà oggetto prossimamente di un intervento molto limitato (una rotatoria in corrispondenza con l’innesto della Strada Provinciale della Valle di Gresta e il costruendo Parco dei Sapori) e non risolutivo degli annosi problemi di sicurezza e inquinamento acustico nella frazione di Loppio.

Con riferimento invece al punto 2. è altrettanto evidente che la mancata realizzazione di un’uscita del tunnel nei pressi di Nago renderà assai improbabile che, chi deve recarsi a Rovereto, voglia scendere fino all’imbocco della galleria e, di conseguenza, è molto probabile che il tracciato storico della SS240 debba essere mantenuto aperto. Tale conseguenza porrà un forte limite alla valorizzazione ambientale e turistica del biotopo del Lago di Loppio le cui rive, al contrario, potrebbero essere completamente interdette al traffico veicolare consentendo, in questo modo, il suo recupero ambientale completo, con la creazione di un corridoio ecologico tra le pendici del gruppo del Baldo e quelle del monte Stivo, e una sua fruizione turistica a bassa pressione antropica.

L’amministrazione comunale di Mori che, in passato, aveva timidamente avanzato l’idea di anticipare l’ingresso del nuovo tunnel a doppia canna nella zona di Sant’Antonio (circa 1 km dopo l’uscita delle gallerie di Mori), ma che non ha mai insistito con la necessaria determinazione su questa ipotesi (forse per non rallentare l’iter autorizzativo del progetto e il successivo inizio dei lavori tanto richiesto dalle amministrazioni della “Busa”), è recentemente intervenuta nel dibattito, per voce del proprio sindaco, sollecitando l’amministrazione provinciale affinché, contestualmente alla proposta di collegamento con “La Busa”, risolva anche la problematica del paese di Loppio.

Nel condividere questa – spero non tardiva – presa di posizione, colgo l’occasione per ribadire la necessità di richiedere alla Provincia un ripensamento sulla soluzione progettuale, in modo da poter convogliare le risorse su quella maggiormente in grado di coniugare la necessità di velocizzare al massimo l’iter di approvazione del progetto finale con l’esigenza di dare risposta alle problematiche presenti sul territorio del comune di Mori (in particolare alla zona del paese di Loppio) e di recuperare in modo completo, dal punto di vista ambientale, il biotopo del Lago di Loppio.

Al fine di dare maggior forza a questa richiesta invito tutti coloro i quali condividono l’idea di risolvere, assieme ai problemi delle amministrazioni dell’Alto Garda, anche le problematiche relative al territorio di Mori nonché quella di recuperare in modo completo, dal punto di vista ambientale, il biotopo del Lago di Loppio ad iscriversi al gruppo facebook REALIZZIAMO IL COLLEGAMENTO ECOLOGICO ROVERETO-ALTOGARDA.