Guido Benedetti

"Ingegnere per vocazione, fotografo per passione"
 

La Costituzione della Repubblica Italiana – artt. 38, 39 e 40

Art. 38.

Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale.

I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria.

Gli inabili ed i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale.

Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato.

L’assistenza privata è libera.

Art. 39.

L’organizzazione sindacale è libera.

Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro registrazione presso uffici locali o centrali, secondo le norme di legge.

È condizione per la registrazione che gli statuti dei sindacati sanciscano un ordinamento interno a base democratica.

I sindacati registrati hanno personalità giuridica. Possono, rappresentati unitariamente in proporzione dei loro iscritti, stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce.

Art. 40.

Il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano.

“Riflessione 2” di Francesco Moscatelli

Ospito volentieri questa riflessione di Francesco Moscatelli.
"È sempre più forte in me la convinzione che La gente abbia bisogno di un leader quando invece la vera democrazia richiamerebbe a creare gruppi di persone che dialogano.
Vedo Grillo come l’evoluzione di leader, che con un certo modo di reprimere cerca di trasformare la democrazia in qualcosa che di democratico non ha nulla.
Molti punti che lui chiedeva e che sono il volere di tanti cittadini, anche quelli che non lo hanno votato devono trovar concretezza.
Sarebbe dovere dei grillini neoeletti far si che attraverso il dialogo con le altre forze politiche arrivino ad un accordo almeno per le riforme che il Paese a gran voce chiede."

Semplice problema o difficile opportunità?

Adesso è proprio l’ora di usare il cervello e di considerare questa situazione – di cosiddetta “ingovernabilità” – come una grande opportunità da non perdere per riuscire a realizzare le grandi riforme e una vera semplificazione del Paese a favore della quotidianità di ciascun cittadino.
Solo in questo modo sarà possibile restituire dignità alla Politica e credibilità a tutti coloro che dedicano il proprio tempo e le proprie forze a questo grande compito.

“Riflessione” di Francesco Moscatelli

Ospito volentieri questa riflessione di Francesco Moscatelli.

“I giochi sono fatti. Fra tre giorni avremo un governo che comunque avremo votato.

Dalla settimana prossima mettiamoci tutti insieme per pretendere da chiunque sia seduto in parlamento di:

  • cambiare il sistema elettorale
  • ridurre il numero dei parlamentari
  • ridurre drasticamente gli indennizzi dei politici
  • mettere tetti minimi e massimi delle pensioni.
  • creare le condizioni per far crescere l’occupazione passando attraverso la rivalutazione delle nostre imprese.

Il lavoro di noi elettori non si deve fermare lunedì alle 15.”

Privatizzazioni e Politica: quando l’immaginario diventa realtà

Edomondo Berselli in un suo scritto profetico del 2003, pubblicato sulla rivista il Mulino e dedicato alla lottizzazione della RAI dal titolo “La TV, la politica e l’antidoto al mercato”, arriva a sostenere che “…nel nostro Paese il processo di privatizzazione dell’economia pubblica è stato utile non solo e non tanto nel tentativo di snellire un apparato economico e industriale che per molti aspetti era una macchina inefficace; ma soprattutto perché ha sottratto ai partiti un sistema feudale, una manomorta che era il campo ideale per la spartizione e lo scambio consortile” e che tale sistema feudale’ in una logica “maggioritaria”, e quindi senza “il sistema di norme non scritte che prima presiedeva alle nomine nell’economia pubblica, nelle banche, nell’industria di stato”, avrebbe portato a scenari che nessuno “sa immaginare”.

Oggi, dopo che la vicenda “Montepaschi” si è realizzata, è possibile sostituire “nessuno sa immaginare” (dove il verbo è coniugato al presente) con “nessuno avrebbe saputo immaginare” e, parafrasando Blade Runner, dire che “finalmente anche noi umani abbiamo potuto vedere ciò che prima neanche immaginavamo”?

I Limiti della Potenza: un buon esempio.

da “Memoria del limite” di Luciano Manicardi

“… Dio, per creare il mondo e l’uomo, lavora per sei giorni, ma il settimo giorno ‘cessa di lavorare’. 

Il creare di Dio è fatto di lavoro e di astensione del lavoro, di capacità di porre un limite al proprio operare, di mettervi fine.

La forza di Dio si manifesta non solo nel lavorare, ma anche, e soprattutto, nel cessare di lavorare.

Ciò comporta …“per l’uomo la capacità di mettere limiti al proprio lavoro per restarne padrone e non divenirne servo”.