Guido Benedetti

"Ingegnere per vocazione, fotografo per passione"
 

Zona archeologica AL COLOMBO di Mori: bene storico da valorizzare o ricchezza da nascondere agli occhi indiscreti dei turisti?

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Alcuni giorni fa mi sono recato con Andrea e Jacopo a visitare la “grotta del Colombo” un sito archeologico trentino collocato nei pressi della strada comunale che da Mori porta a Sano ai piedi del Doss Castion lungo il margine meridionale del rio Cameras.

Dopo aver parcheggiato l’auto nell’apposito spazio antistante le pendici del Doss Castion, abbiamo però trovato un’amara sorpresa: l’ingresso pedonale era sbarrato da un divieto di accesso e da un inestetico sacco nero delle immondizie.

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Considerato che dalla piazzola di sosta si poteva notare che la zona, nonostante la sua chiusura, era comunque ben curata e l’accesso era di fatto possibile senza grossi problemi (l’area era stata appena oggetto di una accurata manutenzione del verde e l’erba era alta pochi centimetri) siamo comunque entrati – con la dovuta attenzione – utilizzando il comodo sentiero d’accesso e abbiamo così potuto informarci sulle caratteristiche naturali e storiche del sito mediante la lettura di alcune interessanti bacheche informative presenti sull’area.

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La nostra visita si è però, con nostro dispiacere, interrotta a questo punto e non è stato possibile visitare la “grotta del Colombo” in quanto un nuovo cartello impediva l’accesso alla sommità del versante sul quale è situata.

Purtroppo anche in questo caso la valorizzazione del territorio moriano (che auspicavo già con un mio precedente intervento) è fatta solo a parole e per giunta a metà.

Questo è forse, infatti, il modo peggiore di gestire il proprio territorio: prima si investono risorse economiche ed umane nella manutenzione delle zone da valorizzare e poi se ne disincentiva il loro utilizzo con la trasformazione in “discarica” e la posa di un (inutile?) cartello di divieto.

Spero che in futuro si ponga maggiore attenzione alle nostre ricchezze storico-culturali facendo si che:

  •  diversi interventi di manutenzione siano coordinati tra loro e svolti all’interno di un piano generale che eviti uno spreco di risorse con lavori su zone che non potranno comunque essere frequentate dai cittadini;
  • si punti ad una piena valorizzazione delle nostre zone di interesse evitando per esempio che la nostra, forse, più importante fonte di richiamo turistico (la “Ferrata di Montalbano”) rimanga chiusa per mancanza di manutenzione per oltre due anni.

Stelle cadenti

Cosa possiamo imparare dalle stelle cadenti, evento naturale "effimero" per eccellenza ma in grado di fissarsi nella Memoria delle persone per tutta la vita?

Amministratore pubblico cercasi (possibilmente privo di esperienza)

Riporto di seguito per esteso (non riesco a condividerlo in altro modo) l’ultimo intervento di Eraldo Tonelli sul suo profilo facebook  (1° agosto 2013):

“Non ci si improvvisa amministratori pubblici.

Un tempo c’erano i partiti che selezionavano, dopo tanta gavetta, la nuova classe dirigente.

  • È necessario infatti comprendere le dinamiche dei processi decisionali e condividerle con il gruppo di maggioranza.
  • È necessario conoscere la macchina amministrativa.
  • È necessario e doveroso rispettare le regole della trasparenza del procedimento pubblico (senza dire – lamentandosi – che seguendo le regole “non si può operare”: nel mio piccolo, in due anni, ho avviato tantissimi progetti urbanistici ed opere pubbliche che ora stanno per arrivare a compimento).

Personalmente non credo nel “messia” che si improvvisa amministratore pubblico e non credo nei personaggi della società civile che si improvvisano in “politica”.

Sono sicuramente necessarie le diverse esperienze della società civile, e quindi occorre che la “squadra” sia formata da personalità provenienti da vari mondi, ma è anche fondamentale che tutti abbiano fatto un po’ di gavetta ed esperienza nei consigli comunali, in quelli circoscrizionali e nel consiglio provinciale. Senza conoscere la “macchina” c’è il rischio di andare a sbattere…

Leggo oggi sul giornale di autocandidature alla presidenza della Giunta provinciale di personalità, ammirevoli per il successo in ambito economico, sportivo, ecc., ma prive di esperienza politico-amministrativa nel pubblico.

È allora mi è venuto in mente questo post di Cornelio Galas sulla “discesa in campo” dell’ex sindaco di Arco.

(Mattei, come è noto, poi – dopo essere stato eletto – si è dimesso. Non servono ulteriori commenti…)”:

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«Io sono qui, ci sarò. Nessun dubbio che ci sarò» Paolo Mattei si è ufficialmente presentato come candidato l’altra sera, ospitato da Roberto Bresciani alla pizzeria Piccola Dallas, per un incontro conviviale con un centinaio di candidati nella lista che lo sostiene, amici e simpatizzanti. Con il sindaco Renato Veronesi al suo fianco e due personaggi antitetici come Roberto De Laurentis e Tommaso Ulivieri seduti allo stesso tavolo. «Una cittadina come Arco è piccola, – ha detto Mattei – e può avere sì una casacca politica retaggio della sua storia, ma è più importante la qualità delle persone che fanno politica». Tra un piatto di pasta al sugo, un bicchiere di vino e una fetta di dolce, Mattei ha chiarito gli ideali che vuole seguire nella campagna elettorale: «Le persone incapaci devono restare fuori, questa è una regola che dobbiamo darci». Un candidato atipico, Paolo Mattei, un «uomo prestato alla politica, anzi in leasing», come si è scherzato durante la cena. Da poco in pensione dopo una vita alle Cartiere del Garda, potrebbe trasferire l’esperienza dirigenziale in campo politico, tirando le redini di un’amministrazione che è più volte parsa allo stato brado. Non ancora presentati i candidati in lista. E non ancora illustrati i programmi. Per il momento è stato sottolineato con forza che «non dobbiamo fare programmi giusto per il gusto di essere contro, per scendere nell’arena. Faremo programmi per costruire davvero, i nostri sono programmi per fare non per vincere: la vittoria è uno strumento che ci permetterà di attuarli». E che dire dell’alleanza arcense ormai allo sfascio? «Sarebbe bello che la coalizione potesse essere ricomposta, darebbe almeno stabilità di governo. Si sono viste situazioni di tutto contro tutti e tutti contro tutto».

Scene da far west politico confermate anche dall’intervento del primo cittadino, che ha denunciato un consiglio all’insegna dell’incoerenza, «ne ho viste di tutti i colori, e ne riparleremo in campagna elettorale», ha detto minacciando di scoprire gli altarini, «faccio l’esempio della variante 10, esempio di come non si dovrebbe governare». Renato Veronesi ha concluso poi «La mia presenza qui conferma il mio appoggio e quello del Pd al candidato Mattei». Serata conclusa stappando una bottiglia di spumante, «quasi un capodanno della politica, vogliamo avviare un nuovo corso» per dirla usando le parole di Roberto Bresciani che ha fatto gli onori di casa. Un brindisi per varare una campagna elettorale che si preannuncia saporita se non piccante.”

Riusciremo ad “evadere”

dalla prigione burocratica in cui stiamo lentamente sprofondando? Troveremo un modo per consolidare queste gelatinose "sabbie mobili" in cui tutto e tutti rimangono intrappolati?

O come il Commissario Montalbano continueremo a far "evadere" solo le cosiddette "pratiche" che di pratico non hanno nulla?