Vedo il lavoro di Gabriele come una sorta di diario sentimentale e trovo che non sia stato dato sufficiente risalto all’emotività che lo guida alla scoperta del fatto urbano come se fosse la lettura di un libro di pietra, come Victor Hugo definiva la città, come al carattere singolarmente mediterraneo delle sue immagini.
Ferdinando Scianna in “Basilico: Palermo andata e ritorno”