"Ingegnere per vocazione, fotografo per passione"
 

Passaggi pedonali “protetti”?

Lungo le vie di Mori è facile imbattersi in passaggi pedonali collocati nei posti più strani e il più delle volte “non sbarrierati”, cioè senza nessuna rampa tra livello stradale e il marciapiede. Ciò comporta la presenza di uno scalino che rappresenta, nel migliore dei casi (ad esempio per le mamme che devono affrontarlo con il loro passeggino), perlomeno un fastidioso contrattempo ma che, in altri casi (ad esempio per chi deve spostarsi in carrozzella),  costituisce un ostacolo insormontabile e impedisce di fatto il corretto uso del passaggio pedonale.

Un esempio clamoroso è quello presente in via fratelli Benedetti che, su un lato presenta lo scalino al posto della rampa e sull’altro addirittura una chiusura artigianale con una catena e due paletti.

Sorge spontanea una domanda: “Il passaggio pedonale sarà stato chiuso per evitare che qualche sventurato in carrozzella potesse usufruire della sua presenza rimanendo bloccato sulla sede stradale (e quindi in condizione di potenziale pericolo) per l’assenza della rampa di accesso sul lato opposto”?

Ecco i due lati del passaggio pedonale in via fratelli Benedetti:

Il lato di arrivo

Il lato dell’ipotetica partenza

“C’è voglia di Unione”: ma di quale Unione?

Leggiamo su molti manifesti che “C’è voglia di Unione”. Ma quale è l’Unione di cui Mori ha voglia?

Di quella che avevamo visto votare all’UNANIMITÀ una linea politica ben precisa che metteva al centro della propria azione un serio progetto di rinnovamento – con riferimento sia alle persone sia ai modi di fare politica – o di quella che ha riproposto come candidato il sindaco che ci ha già governato per 9 anni e che ha tradito il mandato dei propri elettori per un seggio in Consiglio provinciale?

Di quella che ha perseguito, con convinzione e faticosamente, una condivisione su una forte coalizione di centro-sinistra-autonomista – coalizione strategica per il futuro di Mori – o di quella che ha messo in discussione più volte, anche attraverso gli organi di stampa, il volere UNANIME dell’assemblea dei propri iscritti?

Purtroppo l’Unione che ci viene proposta a Mori è la seconda; quella che ha disconosciuto la volontà UNANIME dei propri iscritti moriani.

Peccato!

Perseguire fino in fondo quanto richiesto dall’assemblea, indipendentemente dal risultato delle urne, avrebbe dato prova di coerenza ad un progetto e di rispetto dei propri sostenitori, che hanno lavorato con impegno e coscienza al progetto condiviso dall’assemblea.

Una curiosità: Il segnale “dimenticato”

Una piccola curiosità.

A vostro parere questo segnale è previsto dal Nuovo codice della strada del lontano 1992?

La risposta è no.

I segnali previsti sono quello di “ATTRAVERSAMENTO PERICOLOSO” (da posizionare sulle strade extraurbane) e quello di “ATTRAVERSAMENTO PEDONALE”

Alcune domande ai candidati sindaco di Mori

Vorrei porre ai candidati alcune domande su un argomento fondamentale: “MORI nel 2020”.

  • Considerato che il modello di sviluppo “autosufficiente” di Mori non è più sostenibile, quale VISIONE avete per il futuro della nostra borgata nei prossimi 10 anni?
  • Che rapporto vorrete costruire con gli altri comuni della vallagarina e in particolare con il comune di Rovereto?
  • Poiché i candidati sindaco di Rovereto ritengono indispensabile dialogare con Mori per risolvere i loro problemi di sovraffollamento diventeremo sempre più “città dormitorio” o sapremmo sfruttare il momento per dotare Mori dei servizi che oggi mancano e creare le necessarie “occasioni” per invogliare le persone non solo ad abitarci ma soprattutto a viverci?

38 ore al termine ultimo per la presentazione delle liste e delle coalizioni per le elezioni comunali di maggio

Mancano solo 38 ore alle 12 di martedi 13 aprile (33° giorno antecedente alla data delle votazioni), termine ultimo per la presentazione delle liste, eppure la ricerca del “candidato” da parte dei partiti è ancora affannosa: sarà colpa del ritardo con cui si sono mossi alcuni partiti (relegando di fatto il ruolo dei candidati a semplice “tappabuchi” ed evitando, in questo modo, che i candidati potessero esprimere le proprie opinioni sul programma predisposto) o della proverbiale ritrosia dei Moriani ad esporsi pubblicamente?

Mi sembra però che questa seconda opzione sia contraddetta nei fatti dalla probabile presentazione di almeno 11 liste con circa 220 candidati.

Lavis: niente megacentro commerciale.

E’ di oggi la notizia che il Consiglio provinciale ha approvato, all’unanimità, un emendamento alla legge di riordino urbanistico, proposto dall’assessore al commercio Alessandro Olivi, che sancisce il principio generale di equiparazione, fino all’approvazione della nuova legge sul commercio, dei centri commerciali propriamente intesi con i cosiddetti centri commerciali equiparati e che ha, di fatto, stoppato il progetto del centro commmerciale Le Masere di Lavis.

L’emendamento approvato ha infatti cancellato la distinzione fra le due tipologie di centri commerciali, stabilendo che per entrambe valgano gli attuali limiti sulle metrature dei centri commerciali “classici”, pari a 1500 metri quadrati per i centri abitati con meno di 10 mila abitanti e a 3000 metri quadrati per i centri abitati più grandi.

Un forte ringraziamento va, sicuramente, a chi ha proposto e approvato questa importante modifica normativa, ma anche a tutti quelli che si sono mobilitati per contrastare il progetto del centro commerciale di Lavis e che avevano già ottenuto sul campo un riconoscimento delle proprie argomentazioni, visto che il Servizio Valutazione Impatto Ambientale aveva deciso di effettuare un approfondimento dell’istruttoria tecnica a seguito delle osservazioni presentato dal comitato “Un Centro Commerciale a Lavis? NO GRAZIE!”.

Questo vicenda dimostra che le mobilitazioni, se riferite a problemi reali, sono essenziali per sollecitare la “politica” a rivalutare e, se del caso, rivedere le proprie scelte.

Purtroppo la brutta notizia è che, invece, il centro commerciale “Global Village” è apparentemente “salvo” e che quindi la sua costruzione potrà proseguire senza alcun intoppo.

In questo specifico caso, purtroppo, si deve invece segnalare il fatto che nessuno si sia mobilitato per tempo (quando ancora il progetto era in via di definizione o durante la procedura di valutazione di impatto ambientale), e che le amministrazioni comunali, che si sono succedute nel tempo,  non abbiano avuto il coraggio di (o non abbiano voluto) stimolare i cittadini ad intervenire nel dibattito che, purtroppo, si è sempre svolto tra le mura dell’edificio comunale.