A tutti gli “euroscettici”, che oggi al parlamento europeo hanno fischiato il nostro premier Mario Monti durante il suo discorso di forte impronta europeista, bisognerebbe far conoscere quanto ebbe a scrivere Vittorio Foa nel 1998:
“Quando i miei occhi si sono aperti in modo consapevole sul mondo, attorno a me le nazioni europee, più o meno le stesse di adesso, si stavano scientificamente massacrando: in soli quattro anni, fra il 1914 e il 1918, otto milioni e mezzo di giovani uomini furono cancellati.
E adesso, quando i miei occhi stanno chiudendosi, le nazioni, europee, più o meno le stesse, cercano di unirsi nella Pace.
So bene che quasi tutto è ancora da fare. Ma vi è già quanto basta per dare gioia a chi ricorda in modo acuto, a volte persino tormentoso, quei lontani anni (1998)” (pagina 24 di “Passaggi” di Vittorio Foa).
Queste parole, che ho letto proprio oggi sul libro di Vittorio Foa edito dal Corriere della Sera, dovrebbero essere lette e analizzate anche da chi crede sia giusto "gettare dalla barca" la Grecia pur di salvare se stessi: un vero esame di coscienza oltre ad una seria analisi delle conseguenze future di tale miopia politica porterebbe sicuramente a rivedere le posizioni attuali dei governi più intransigenti.