"Ingegnere per vocazione, fotografo per passione"
 

Dinosauri, “girini” e nuovi media

Il Blog di Lorenzo Dellai

 

Non serve essere “dinosauri” o da rottamare per non saper conservare e valorizzare il rapporto con i cittadini anche mediante l’uso dei nuovi media.

É il caso di molti sindaci alla loro prima esperienza politica che, dopo aver promosso (e promesso) in campagna elettorale l’utilizzo dei nuovi mezzi di comunicazione per creare uno stretto rapporto con i propri elettori, non sono andati, con gli aggiornamenti promessi sul proprio sito, oltre la prima settimana di mandato…

Anche queste “modeste” disattenzioni incrinano, purtroppo forse anche definitivamente, il rapporto tra eletti ed elettori e sono il segno che anche persone “nuove” nel mondo della cosiddetta “politica”, si adeguano fin da subito al costume comune.

“Come sbloccare il paese immobile” di Ilvo Diamanti – Festival dell’Economia 2008

“Nel nostro paese il rapporto tra generazioni non prevede il ricambio, ma la cooptazione generalizzata.”

“Un paese vecchio è meno dinamico e dunque più chiuso, immobile, rispetto a un paese giovane.”

“La nostra non è una società stratificata, ma segmentata, fatta di forti particolarismi. Non esistono più culture e valori dominanti: la società attuale è composta di minoranze dominanti, di una pluralità di gruppi, ciascuno dei quali è in grado di imporre se stesso.”

“La crisi della politica, oggi, è in questa incapacità di ridurre la frammentazione sociale, ma anche di dare una prospettiva, un’idea di futuro.”

“In questa «democrazia del pubblico», dove contano moltissimo l’opinione pubblica e i sondaggi, la politica non decide. Insegue.”

“Uno dei primi obiettivi sui quali investire è, quindi, la trasformazione del capitale sociale in senso civico; in capitale sociale che rafforzi il bene comune. I sistemi di fiducia locale, di gruppo e familiari dovrebbero riuscire a tradursi in fiducia sistemica. Oggi, invece, il fondamento dell’autodifesa risiede nella fiducia a livello di piccolo gruppo che, tuttavia, non si trasferisce al sistema e nelle istituzioni. La reciprocità, cioè, stenta a diventare solidarietà.”

“Il nostro paese non ama l’apertura, non ama la concorrenza, e nemmeno il conflitto. Ma senza apertura e senza conflitto non può formarsi una classe dirigente.”

“Questo paese resterà immobile fino a quando chi governa non saprà resistere alle resistenze dei tassisti e dei localisti, fino a che i sindaci non si opporranno ai loro leader nazionali di partito, fino a che i figli non si ribelleranno ai genitori. Solo allora questo paese potrà diventare più aperto, più giovane, più mobile. Il problema è: quando capiterà? Quanto lontano è, da oggi, «allora»?”

Ilvo Diamanti al Festival dell’Economia 2008

“L’identità viene inventata quando la comunità crolla”

Cosa voleva dirci Edmondo Berselli con questa semplice frase riportata nel libro “Post Italiani”?

Probabilmente voleva indurre ciascuno di noi a riflettere sul significato della parola “Identità” e sulla sua relazione con il concetto di “Comunità”.

Per quanto mi riguarda mi sembra di poter dire che:

  • l’Identità (con la I maisucola) è intrinseca al concetto di comunità e in quanto tale non può essere il punto di partenza ma semmai quello di arrivo e quindi non può essere evocata o fatta oggetto di proclami al solo scopo di rinsaldare una Comunità (che probabilmente già non c’è più) ma costituisce, al contrario, il risultato del processo di aggregazione e formazione della Comunità stessa;
  • la Comunità (con la C maiuscola) non ha bisogno di identità perché per sua natura è “plurale” e quindi costituita da un insieme indistinto di più identità che si integrano a vicenda e che ne permettono la crescita e l’evoluzione;
  • l’Identità non è quindi qualcosa di fisso e immutabile nel tempo (magari trasmesso di padre in figlio mediante il DNA) ma qualcosa in continua evoluzione e maturazione analogamente, come afferma Maurizio Bettini in “Contro le radici”, al progressivo arricchimento delle acque di un grande fiume in cui – via via – si immette l’acqua proveniente da una miriade di “fonti, ruscelli, torrenti, affluenti”.

A proposito di “coerenza”.

Ieri sera, durante una riunione, ho sentito una frase che merita di essere ricordata:

“le frasi hanno senso  se poi sono in grado di camminare coerentemente”.

É indispensabile, in definitiva, enunciare principi solo se poi si é il primo a metterli coerentemente in pratica e a recuperare, di conseguenza, il vero senso della parola VERITÀ.

1° ottobre 1972: il mio primo giorno di scuola.

Sono passati 40 anni dal 1° ottobre 1972, il mio primo giorno di scuola.

Ricordo come fosse oggi il drappello di bambini che si formò attorno alla nostra maestra (quanto sembrava alta!) in attesa di essere chiamati, prima per cognome e poi per nome, per il primo di una lunga serie di appelli scolastici; ricordo anche il nodo alla gola (oltre che allo stomaco) causato dall’emozione per l’inizio dell’avventura scolastica, emozione peraltro condivisa con tutti i miei futuri compagni, e l’entrata in classe, rigorosamente in fila indiana, tutti con il nostro grembiulino nero.

Tornando con la mente a quei tempi spensierati provo un po’ di nostalgia ma soprattutto grande soddisfazione per il percorso svolto e i risultati raggiunti.

Un grazie a tutti quelli che mi hanno accompagnato durante gli anni di studio (i miei genitori, le maestre, i professori, gli amici e le amiche e Francesca per gli ultimi importanti anni di “istruzione” nonché quelli successivi di “aggiornamento”) perché mi hanno consentito di per-correre l’intero per-corso di formazione (dalle elementari ad oggi) consapevole dei miei mezzi e sempre con serenità.

Buon anniversario!