La guerra che subito dopo l’Unità d’Italia si cominciò a combattere più o meno scopertamente contro i dialetti, e che raggiunse il suo apice negli anni del fascismo, è stata un’insensata opera di autodistruzione di un immenso patrimonio. Si è scioccamente visto il dialetto come un nemico della lingua nazionale, mentre invece esso ne era il principale donatore di sangue. E oggi siamo sommersi da parole come "Devolution", "premier", "resettare".
di Andrea Camilleri, da Repubblica, 15 novembre 2012
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Categoria: I nostri post
Dolci ricordi legati alle “orbite vuote” dei Patrioti Chiesa e Filzi
“Nella piazza del Podestà, sotto al castello, vicino all’obice strappato sul campo all’asburgo, i Patrioti Chiesa e Filzi esponevano i loro grandi volti marmorei, e nella tipica austerità dei monumenti della grande guerra mostravano da decenni le loro orbite vuote, fonte inevitabile di molti incubi per i bambini più sensibili, che passandoci davanti distoglievano lo sguardo”.
(da “Adulti con riserva. Com’era allegra l’Italia prima del ’68” di Edmondo Berselli)
Quanti ricordi legati alle passeggiate con la nonna lungo le vecchie strade del centro storico di Rovereto:
si partiva da via Santa Maria con il suo bellissimo balcone costituito dal Ponte sul torrente Leno, si passava poi per Piazza del Podestà davanti al maestoso obice – anche se a volte graffittato di rosa – e sotto lo sguardo severo dei “Patrioti Chiesa e Filzi con le loro orbite vuote”, si proseguiva poi lungo via della Terra, via Rialto, via Orefici e si arrivava in corso Rosmini dove si potevano ammirare – in rapida successione – le locandine dei film programmati nelle tre sale cinematografiche allora funzionanti (Roma, Rosmini e Supercinema) e dove si poteva entrare nei grandi magazzini “Malfer” o “Upim” che – agli occhi di noi bambini dei primi anni ’70 – apparivano come il paese del bengodi (o dei balocchi).
Un grazie di cuore ad Edmondo Berselli per avere fatto riemergere il ricordo di quelle belle passeggiate fatte da bambino con mia nonna e mia sorella; passeggiate che si concludevano con l’acquisto di uno “scatolone” di biscotti (i “sigari” o almeno così noi li chiamavamo) presso il negozio “Primula e Violetta” e una sosta al monumento all’Alpino lungo via Dante.
Il potere interpretativo della mente
E’ incredibile come il cervello permetta di leggere questo messaggio molto velocemente (in special modo verso la fine del messaggio stesso).
Come tutte le attività in cui si prevede una "decodifica" rapida delle informazioni rimane però il dubbio di aver compreso correttamente il messaggio e quindi – In definitiva – non mi fiderei di questo tipo di lettura nel caso di messaggi importanti.
Trentino trasporti e pubblicità del territorio
Oggi, tra Avio ed Ala, ho incontrato una corriera della Trentino trasporti e ho notato che nell’apposito spazio pubblicitario posteriore era riportato – in modo evidente – l’invito ad effettuare la propria spesa presso i centri commerciali di Affi in provincia di Verona.
Alla luce del ricorrente invito ai cittadini di prediligere i punti di vendita situati sul territorio provinciale (al fine di favorire l’economia locale e la finanza pubblica mediante la possibile riscossione dei 9/10 delle imposte a favore della Provincia) è opportuno che una concessionaria di un servizio pubblico – per giunta in regime di monopolio e affidamento diretto – veicoli (è proprio il caso di usare questo termine) un messaggio diametralmente opposto?
Il rifiuto dei partiti: Malessere degli elettori
Articolo di: Pierangelo Giovanetti
da L’Adige del 1 Novembre 2012
A cinque mesi dalle elezioni politiche nazionali che dovranno decidere l’Italia del futuro, il quadro dei partiti appare totalmente disastrato. Il rifiuto della politica (di questa politica e di questi partiti), che si traduce in rifiuto del voto, riguarda ormai oltre metà della popolazione. Mai si era superato in elezioni regionali il 50%, come domenica scorsa in Sicilia. E il 53% di astenuti, a cui si aggiunge il 3% di schede bianche e nulle, porta il non-voto al 56% della popolazione.
(continua)
http://www.ladige.it/articoli/2012/11/01/rifiuto-partiti-malessere-elettori
Senza il territorio…
… oggi il problema non è l’eccesso di politica e di governo locale. Ma l’esatto opposto. La debolezza della politica, espressa da partiti personalizzati e mediatizzati. Sradicati dalla società e dal territorio. Dove l’associazionismo e il volontariato appaiono sempre più istituzionalizzati.
Per questo, io vorrei più politica e più società. Più politica e partiti nella società. Più società nella politica e nei partiti. Senza professionisti della politica – del sindacato, dell’associazionismo professionale e volontario – “a vita”. Vorrei più volontari veri – in politica e nei partiti. Ma anche nella società e nelle associazioni. Più volontariato nello Stato. E meno Stato nel volontariato. Senza rinunciare al ruolo assunto dalle autonomie territoriali.
In un Paese come il nostro, arricchito e unificato dalle differenze locali, dissolvere le autonomie significherebbe semplicemente dissolvere lo Stato. I suoi elementi e i suoi fondamenti. Senza il territorio, i partiti e il Pd per primo: diventano “liquidi”.
Ilvo Diamanti da Repubblica del 15/10/2012