“Le mappe non servono a orientarsi, ma a sognare il viaggio nei mesi che precedono il distacco”.
Paolo Rumiz citato da Paolo Ciampi in “Il sogno delle mappe”
“Le mappe non servono a orientarsi, ma a sognare il viaggio nei mesi che precedono il distacco”.
Paolo Rumiz citato da Paolo Ciampi in “Il sogno delle mappe”
La domenica per me è il più bel giorno perché anche se stai seduto non hai il pensiero che gli altri pensano che fai male a stare seduto.
da “Un Paese” di Paul Strand e Cesare Zavattini
“Da quando me l’hanno detto ci faccio caso: è proprio vero. Nelle carte dei pannelli tùristici che ogni tanto troviamo su un sentiero ben segnato, oppure nel centro storico di una città, c’è un punto preciso più consumato di ogni altro. Nel caso del sentiero non è né l’arrivo né un particolare punto panoramico, così come nel caso della città non è la cattedrale o il palazzo del Comune. Il punto è sempre lo stesso. Quello dove un pallino rosso o blu, oppure un quadratino, oppure qualche altro segno grafico, restituiscono questa sola informazione, semplice ed essenziale: voi siete qui. Non me n’ero mai accorto, ma poi ho cominciato a farci caso. È quello il punto che la gente cerca più di tutti. Quando lo individua spesso e volentieri ci pianta sopra il dito, quasi volesse sentirlo, constatarlo anche con il tatto, farlo in questo modo suo.”
Paolo Ciampi in “Il sogno delle mappe”
“Più il lavoro procedeva, e più paradossalmente non ne vedevo la fine, anzi mi restava ancora più lavoro da svolgere, mi restavano da vedere e inquadrare sempre nuovi angoli, nuovi punti di vista per ogni piccolo movimento nello spazio, le prospettive appena riprese si ripetevano dopo pochi minuti con un aspetto rinnovato, la luce continuava incessantemente a modificare il senso e l’aspetto, a colorare diversamente volumi e superfici.”
Luigi Ghirri da uno scritto “Per Aldo Rossi”
Il passo tra la realtà che viene fotografata in quanto ci appare bella e la realtà che ci appare bella in quanto è stata fotografata, è brevissimo.
Antonino Paraggi
Viaggiare da soli ci fa sperimentare il mondo in maniera assai più profonda, nel senso che ci si trova ad appartenere completamente all’esperienza che si sta vivendo. Mentre invece in compagnia, che lo si voglia o no, una parte di sé appartiene all’altra persona. Ma se sei solo puoi sparire, lasciarti andare al luogo e alla gente che ti trovi di fronte. Questa possibilità di abbandonarsi è molto importante, per esempio, per un fotografo: non credo che ci siano mai state grandi foto scattate da persone che non erano sole. Per verificarlo basta guardare la storia della fotografia: si troverà che il novanta per cento di quelle rimaste nella storia sono state scattate da persone sole. La fotografia, insomma, è molto legata a uno stato di solitudine, generalmente vissuta come fatto positivo.
Wim Wenders