"Ingegnere per vocazione, fotografo per passione"
 

La “memoria” secondo Edmondo Berselli

“… la memoria è l’unica cosa che conta nella vita.

Memoria nel senso di vita partecipata e vissuta, sentimento di un passato condiviso; ma anche sforzo mnemonico, gioco di società, ricostruzione individuale e collettiva dei nomi, degli avvenimenti, delle durate, delle filastrocche, delle canzoni, delle squadre, dei campionati; ed infine massimo criterio organizzativo…”

Edmondo Berselli in “Il più mancino dei tiri”

Come riconoscere la personalità di un uomo

“Perché la personalità di un uomo riveli qualità veramente eccezionali, bisogna avere la fortuna di poter osservare la sua azione nel corso di lunghi anni.
Se tale azione è priva di ogni egoismo,
se l’idea che la dirige è di una generosità senza pari,
se con assoluta certezza non ha mai ricercato alcuna ricompensa e per di più ha
lasciato sul mondo tracce visibili,
ci troviamo allora, senza rischio d’errore, di fronte a una personalità indimenticabile.”

da L’uomo che piantava gli alberi di Jean Giono

Semplici parole per accompagnare chi sta vivendo una propria “notte”.

“… questo è solo un tipo di notte – disse Orione.
Ce ne sono di molti altri tipi, tutti bellissimi.
Ci sono notti d’estate calde e profumate;
notti fredde e ventose in cui le nuvole si azzuffano disegnando ombre irregolari per terra;
notti senza vento piene di fulmini, lacerate all’improvviso da bianchi lampi a zigzag;
fresche notti di primavera in cui nemmeno gli uccelli del giorno possono dormire;
notti silenziosi d’inverno quando la neve copre il suolo e gela le case e gli alberi.
Quante notti ho visto, e quante ne vedrai tu …”

tratto da “Il gufo che aveva paura del buio
di Jill Tomblinson

La locomotiva, Guccini e i sondaggi elettorali

Edmondo Berselli in VENERATI MAESTRI cita Guccini e scrive:

“[Guccini] … quando attacca la storia de La locomotiva, con la fiaccola dell’anarchia, la giustizia proletaria e tutto il resto, e lo travolgono che ancora respirava, fa venire giù i palasport: e applaudono con le lacrime agli occhi anche quelli che hanno abbandonato le cellule e gli assessorati e votano per Forza Italia, vergognandosi però discretamente quando li interpella Nando Pagnoncelli, facendo così fallire i sondaggi“.

Turismo e Territorio: cosa vogliamo essere “domani”?

Riporto di seguito il provocatorio intervento di Filippo Donati pubblicato sul suo profilo facebook:

“… Parlare di turismo a Ravenna significa, per me, parlare di quello che vogliamo essere domani.

Quando parliamo di turismo infatti, parliamo di città, di territorio.

Quando parliamo di turismo non parliamo di un settore a parte che cresce e si sviluppa su se stesso. 

Nel turismo la relazione di interdipendenza tra pubblico e privato è più alta che in altri settori; si parla di identità, di capacità di saper accogliere, di essere ospitali, fruibili, si parla di concessioni, permessi, di vigilanza, di promozione, di arredo urbano e di trasporti. 

Quando si parla di turismo si parla di lavoro, di tanti posti di lavoro. 

L’ultimo ponte di Pasqua, maltempo incluso, ha dato la misura del periodo difficile che il settore attraversa e ha scandito un fatto molto chiaro, se nel turismo e quindi nella città, non si investe, i conti non tornano. Per essere chiari, è andata meglio con l’OMC che con la Pasqua per noi operatori della città….. e la cosa dovrebbe fare riflettere molto seriamente chi vorrebbe vivere di rendita riducendo Ravenna all’icona del 2019.

Non basta. 

La non strategia ha un costo molto alto e per questo, questa sera, dovremo guardarci negli occhi e dirci se vogliamo continuare a fare turismo in questa città, dando beneficio e lavoro alle persone ed alle aziende del nostro territorio. 

Serve ripensare ai collegamenti verso Bologna, serve ipotizzare un collegamento con Firenze, serve discussione, ascolto, confronto. Serve tornare ad essere una città con un progetto. 

Ci sono degli assets da mettere in campo ma lo si deve fare insieme perché oggi, la parola chiave nel nostro settore è integrazione. …

 

BATMAN

Privatizzazioni e Politica: quando l’immaginario diventa realtà

Edomondo Berselli in un suo scritto profetico del 2003, pubblicato sulla rivista il Mulino e dedicato alla lottizzazione della RAI dal titolo “La TV, la politica e l’antidoto al mercato”, arriva a sostenere che “…nel nostro Paese il processo di privatizzazione dell’economia pubblica è stato utile non solo e non tanto nel tentativo di snellire un apparato economico e industriale che per molti aspetti era una macchina inefficace; ma soprattutto perché ha sottratto ai partiti un sistema feudale, una manomorta che era il campo ideale per la spartizione e lo scambio consortile” e che tale sistema feudale’ in una logica “maggioritaria”, e quindi senza “il sistema di norme non scritte che prima presiedeva alle nomine nell’economia pubblica, nelle banche, nell’industria di stato”, avrebbe portato a scenari che nessuno “sa immaginare”.

Oggi, dopo che la vicenda “Montepaschi” si è realizzata, è possibile sostituire “nessuno sa immaginare” (dove il verbo è coniugato al presente) con “nessuno avrebbe saputo immaginare” e, parafrasando Blade Runner, dire che “finalmente anche noi umani abbiamo potuto vedere ciò che prima neanche immaginavamo”?