"Ingegnere per vocazione, fotografo per passione"
 

Io faccio le foto scrivendo

La grande signora nera mi ha chiesto se non faccio fotografie. In un raptus di simpatia per lei, le ho confessato che io faccio le foto scrivendo.

Gianni Celati in “Avventure in Africa”

Così scriveva Gianni Celati in “Avventure in Africa” ed in effetti le sue descrizioni di quanto vede e succede attorno a lui sono delle vere e proprie fotografie del mondo.

La strada delle banche

Dopo siamo sulla strada delle banche, dove non vedo più niente perché c’è troppa roba in ogni metro quadrato.

Gianni Celati in “Avventure in Africa”

Campigno

Oggi Campigno è tutto quanto l’Appennino. D’inverno (e non soltanto) le case sono chiuse e non è facile vederci un paese, fatto di voci, di traffici, di colori. Campigno si attraversa come un bosco, con lo stesso stupore, sommerso, che offre il sacro disperso.

Emilio Cribari in “Sull’Appennino di Dino Campana”

Senza parole

23 novembre 1980

Che cosa ci è rimasto?

Che cosa ci è rimasto?

Sicuramente il ricordo e l’amicizia, oramai, credo, indelebili, del popolo del Trentino che per 5 mesi consecutivi rimase a Balvano, con una presenza di 100/120 uomini che si alternavano ogni 15 giorni. Di questi una parte erano tecnici, una parte operai specializzati ed una grossa parte manovalanza. Svolsero una mole di lavoro incalcolabile, portando soccorso dovunque; anche nei punti più inaccessibili del paese.

Ezio Di Carlo in “Balvano: sussulti improvvisi di terra impazzita”

A proposito di toponimi

Chi cammina sa bene cosa significano i nomi, i toponimi. Cosa significa inebriarsi dei suoni dei luoghi. Avere voglia di sedersi e di restare a masticarli per ore. E di chiedere a chiunque si incontri perché. Perché Cavallino? Perché Monte Filetto?

Emiliano Cribari in “Sull’Appennino di Dino Campana”