"Ingegnere per vocazione, fotografo per passione"
 

Io penso che il divertimento sia una cosa seria.

… anche i significati sono molto importanti, però in un racconto come questo [“Il visconte dimezzato”] l’aspetto di funzionalità narrativa e, diciamolo, di divertimento, è molto importante. Io credo che il divertire sia una funzione sociale, corrisponde alla mia morale; penso sempre al lettore che si deve sorbire tutte queste pagine, bisogna che si diverta, bisogna che abbia anche una gratificazione; questa è la mia morale: uno ha comprato il libro, ha pagato dei soldi, ci investe del suo tempo, si deve divertire. Non sono solo io a pensarla così, ad esempio anche uno scrittore molto attento ai contenuti come Bertolt Brecht diceva che la prima funzione sociale di un’opera teatrale era il divertimento. Io penso che il divertimento sia una cosa seria.

Italo Calvino | Il visconte dimezzato

a che serve la città se non ad andarsene il sabato e la domenica?

“- E a che serve la città se non ad andarsene il sabato e la domenica? –
[…]
Per Avandero, come per centinaia di migliaia d’altre persone che ci davano dentro tutta la settimana in grige occupazioni pur di poter correre via alla domenica, la città era un mondo perso, una macina per produrre i mezzi d’uscirne quelle poche ore e poi tornarci. Avandero, passati i mesi dello sci, cominciava quelli delle gite campestri, della pesca alle trote, e poi del mare, e della montagna estiva, e della macchina fotografica.”

“La nuvola di smog” | Italo Calvino

appena sbarcato dal treno

Uno dei tanti passi di Italo Calvino in cui la pura descrizione viene fusa con le più intime e personali sensazioni del protagonista.

Per uno appena sbarcato dal treno, si sa, la città è tutta una stazione: gira gira e si ritrova in vie sempre più squallide, tra rimesse, magazzini di spedizionieri, caffè col banco di zinco, camion che gli soffiano in faccia getti puzzolenti, e cambia continuamente di mano la valigia, si sente le mani gonfie, sudice, la biancheria appiccicata addosso, il nervoso, e tutto quello che vede è nervoso, frantumato.

“La nuvola di smog” | Italo Calvino

Questo era il mio nuovo paese

Questo era il mio nuovo paese. Presi bambino e moglie e dissi: – Andiamo a fare un giro, andiamo fino al mare.

Era sera. Passavamo per viali e strade a scale. Il sole batteva su uno spigolo della città vecchia, di pietra grigia e porosa, con cornici di calce alle finestre e i tetti verdi d’erba. Nell’entroterra la città s’apriva a ventaglio, s’ondulava in versanti di colline, e dall’uno all’altro lo spazio era colmo d’aria limpida, a quest’ora color rame. Nostro figlio si voltava stupito a vedere ogni cosa e a noi toccava prendere parte alla sua meraviglia, ed era un modo per riaccostarci al blando sapore che ha a momenti la vita e ricondurci al passare dei giorni.

“La formica argentina” | Italo Calvino

Dietro il milite … dietro il partigiano …

Dietro il milite delle Brigate nere più onesto, più in buonafede, più idealista, c’erano i rastrellamenti, le operazioni di sterminio, le camere di tortura, le deportazioni e l’Olocausto; dietro il partigiano più ignaro, più ladro, più spietato, c’era la lotta per una società pacifica e democratica, ragionevolmente giusta, se non proprio giusta in senso assoluto, chè di queste non ce ne sono.

“Il sentiero dei nidi di ragno” | Italo Calvino