"Ingegnere per vocazione, fotografo per passione"
 

a che serve la città se non ad andarsene il sabato e la domenica?

“- E a che serve la città se non ad andarsene il sabato e la domenica? –
[…]
Per Avandero, come per centinaia di migliaia d’altre persone che ci davano dentro tutta la settimana in grige occupazioni pur di poter correre via alla domenica, la città era un mondo perso, una macina per produrre i mezzi d’uscirne quelle poche ore e poi tornarci. Avandero, passati i mesi dello sci, cominciava quelli delle gite campestri, della pesca alle trote, e poi del mare, e della montagna estiva, e della macchina fotografica.”

“La nuvola di smog” | Italo Calvino

appena sbarcato dal treno

Uno dei tanti passi di Italo Calvino in cui la pura descrizione viene fusa con le più intime e personali sensazioni del protagonista.

Per uno appena sbarcato dal treno, si sa, la città è tutta una stazione: gira gira e si ritrova in vie sempre più squallide, tra rimesse, magazzini di spedizionieri, caffè col banco di zinco, camion che gli soffiano in faccia getti puzzolenti, e cambia continuamente di mano la valigia, si sente le mani gonfie, sudice, la biancheria appiccicata addosso, il nervoso, e tutto quello che vede è nervoso, frantumato.

“La nuvola di smog” | Italo Calvino

Questo era il mio nuovo paese

Questo era il mio nuovo paese. Presi bambino e moglie e dissi: – Andiamo a fare un giro, andiamo fino al mare.

Era sera. Passavamo per viali e strade a scale. Il sole batteva su uno spigolo della città vecchia, di pietra grigia e porosa, con cornici di calce alle finestre e i tetti verdi d’erba. Nell’entroterra la città s’apriva a ventaglio, s’ondulava in versanti di colline, e dall’uno all’altro lo spazio era colmo d’aria limpida, a quest’ora color rame. Nostro figlio si voltava stupito a vedere ogni cosa e a noi toccava prendere parte alla sua meraviglia, ed era un modo per riaccostarci al blando sapore che ha a momenti la vita e ricondurci al passare dei giorni.

“La formica argentina” | Italo Calvino

Dietro il milite … dietro il partigiano …

Dietro il milite delle Brigate nere più onesto, più in buonafede, più idealista, c’erano i rastrellamenti, le operazioni di sterminio, le camere di tortura, le deportazioni e l’Olocausto; dietro il partigiano più ignaro, più ladro, più spietato, c’era la lotta per una società pacifica e democratica, ragionevolmente giusta, se non proprio giusta in senso assoluto, chè di queste non ce ne sono.

“Il sentiero dei nidi di ragno” | Italo Calvino

𝟗 𝐨𝐭𝐭𝐨𝐛𝐫𝐞 𝟏𝟗𝟔𝟑 – 𝟗 𝐨𝐭𝐭𝐨𝐛𝐫𝐞 𝟐𝟎𝟐𝟑

𝟗 𝐨𝐭𝐭𝐨𝐛𝐫𝐞 𝟏𝟗𝟔𝟑 – Una frana precipitò dal monte Toc nelle acque dal bacino idroelettrico del Vajont e la conseguente tracimazione dell’acqua cancellò, quasi interamente, alcuni paesi veneti e friulani tra i quali Longarone, Erto e Casso.

𝟗 𝐨𝐭𝐭𝐨𝐛𝐫𝐞 𝟐𝟎𝟐𝟑 – A sessant’anni di distanza dal “disastro del Vajont”, provocato dalla grande corsa alla produzione di energia elettrica per sostenere la ripresa del Paese dopo la II guerra mondiale, assistiamo ad un’altra grande corsa alla produzione di energia elettrica dove tutto è considerato “sacrificabile”.

Qualcuno auspica il ritorno al nucleare (“pulito”…), altri alla realizzazione di grandi campi fotovoltaici o eolici: speriamo di non assistere ad un nuovo “disastro”.

.

Alcune pale eoliche nel comune di Balvano (PZ)
Foto | Photo 2023 © Guido Benedetti

L’opera d’arte

L’opera d’arte è un motore, su cui tu puoi intervenire con l’acceleratore o con il freno. Non vive di vita propria. Anche se appare conclusa, essa non è mai finita: basta lo sguardo di un attento osservatore per farla rivivere. Ha bisogno, un bisogno assoluto, del riguardante. Così come la più bella sinfonia ha bisogno dell’esecutore perché possa risorgere dal silenzio. La creatività non è prerogativa dell’artista, ma patrimonio comune, scambio, intreccio.

Giò Pomodoro intervistato da Eugenio Manca in “I ferri del mestiere”