“Al bar si cantava sempre e potevamo star sicuri che durante o dopo l’esecuzione sarebbe arrivata un bottiglia di vino offerta da qualcuno di passaggio che aveva apprezzato lo show. Era un modo per stare insieme, le note erano un collante fra i ragazzi ma anche tra giovani e adulti.
Oggi si canta sempre più raramente; “le cante” sono eseguite da ensemble corali che, per la loro raffinatezza, sembrano uscite tutte da qualche conservatorio. Da poco è capitato a me e Silvana di sentirne una a Pistoia, dove eravamo andati a visitare le antiche chiese. In una di queste, San Giovanni Fuorcivitas, sotto a uno splendido crocifisso ligneo del Seicento, un coro di alpini con tanto di cappello e penna ha interpretato molte canzoni di Bepi De Marzi, e ha concluso con una delle più antiche e popolari, Sul cappello, la preferita di mio suocero che cantava sempre con la mano sul cuore.
Abbiamo cantato anche noi sottovoce, pensando a lui.”
Daniele Zovi