"Ingegnere per vocazione, fotografo per passione"
 

Lettera di don Gianni Poli da Manaus

Di seguito pubblico integralmente la mail di don Gianni Poli, che mi ha gentilmente inviato Pierino Martinelli, con gli ultimi aggiornamenti sulla situazione a Manaus.

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Ciao a tutti.
Ho letto le lettere su Vita Trentina. Ho visto le firme di appoggio alla mozione che i preti di Manaus hanno presentato all´Assemblea Ligislativa. Vi ringrazio per la solidarietá che ci state dimostrando. Fa bene al cuore sentirsi accompagnati.
Giovedí scorso i fogli della sottoscrizione sono stati simbolicamente consegnati in una sessione della Assemblea assieme a piú di diecimila firme raccolte nella cittá di Manaus, chiedendo giustizia per chi ha sofferto violenza, e sicurezza per tutti. Il gruppo che sta a fronte del lavoro di mobilizzazione le fotocopierá, e – protocollandole  – le consegnerá alla Commissione dei Diritti Umani della Assemblea Legislativa dello Stato di Amazonas, al Governatore dello Stato di Amazanas, al Pubblico Ministero Statale (dell´Amazonas) e al Pubblico Ministero Federale (del Brasile).
Con alcuni salti mortali tra gli impegni fissati in agenda, in questi giorni cosí vicini al Natale e cosí pieni di appuntamenti, inviti e contrattempi, sono riuscito a ritagliare il tempo per partecipare anch´io all´udienza. Senza partecipazione, la parola democrazia non ha senso: voi c´eravate con l´interesse – espresso con le vostre firme – io dovevo stare lá con la mia presenza fisica; credo che in occasioni come questa fare numero con consapevolezza sia un modo serio di vivere l´amore.
Durante l´udienza sono state presentate proposte interessanti. Chiaro che il fatto di averne parlato non é sufficiente perché le idee si tornino leggi e le leggi siano applicate e modifichino la realtá, ma é stato importante parlare in quella sede di partecipazione alle scelte di sicurezza pubblica, di modelli alternativi di detenzione, di rivendicazioni di giustizia cercata e non incontrata.
Non si puó piú andare avanti con un modello di sicurezza che fa assomigliare la cittá ad un campo di battaglia con le forze di polizia da una parte e tutto il resto dall´altra. Il cittadino ha diritto di vedere nel poliziotto un amico su cui contare e di non essere considerato un potenziale criminale; e chi porta la divisa ha diritto di sentirsi parte di una comunitá che vuole difendere, e non un avversario da circuire o osteggiare.
Se ci sono raccontate esperienze riuscite di recupero sociale e morale di cittadini, é urgente che la societá e gli organi di giustizia smetteno di applicare solo il modello punitivo che trasforma uomini in numeri, giovani in criminali.
Se esiste un uso della forza legale e necessario, per poter ristabilire una convivenza dsciplinata, é bene che gli uomini della polizia, incaricati di questa azione, agiscano per difendere i diritti di tutti, non solo gli interessi di chi é piú ricco o socialmente piú importante.
Da parte della Chiesa di Manaus vedo un interesse sincero non di difendere privilegi ma di cercare di costruire insieme a tutti gli uomini di buona volontá un mondo differente.
É l´augurio per questo Natale che anch´io faccio a tutti voi: che l´uomo nuovo che festeggiamo trasformi il nostro modo di vivere.

pe João – Iranduba

I nemici della memoria

di Elie Wiesel

tratto da “La Repubblica” del 19 dicembre 2009

Chi è stato a rubare l´insegna di Auschwitz, recando offesa alla memoria degli ebrei e a chi è impegnato a tutelarla? Da dove vengono? Che intenzioni hanno, qual è il loro progetto? Questo incidente criminale riverbera la sua immagine in tutto il mondo e suscita stupore, shock e rabbia.

Ma quale idea perversa può aver motivato un simile abominio? Quell´iscrizione era ed è ancora la massima espressione di cinismo e brutalità. Deve restare immutabile e intatto per generazioni e generazioni.

Cosa avevano in mente i ladri quando hanno rimosso l´iscrizione che centinaia di migliaia di vittime arrivate nel campo vedevano ogni giorno, ogni sera? Cosa immaginavano di poter fare? Di venderla in televisione per enormi somme di denaro? Di tenerla incorniciata a casa loro? Quale idea perversa può aver motivato un simile abominio?

In questa nostra era di confusione e sfiducia, la Verità è sempre in prima linea, al fronte, e i suoi nemici sono i nemici della Memoria. Dunque, quel Luogo è d´importanza e significato speciale, perché si basa su entrambi quei valori costitutivi, Verità e Memoria.

Chiunque voglia cancellare il passato ha naturalmente interesse a rimuovere quella scritta, che è parte così visibile del Passato della Memoria.

In un certo senso, si può esprimere sorpresa per il fatto che non si sia mai tentato prima di compiere quanto è accaduto oggi. È così facile distruggere, è così facile rubare, eppure, grazie al cielo, persino quelli che sono i nostro nemici non avevano osato, fino ad oggi, di intraprendere un simile furto.

In virtù di ciò che è avvenuto all´interno di quell´incommensurabile cimitero di cenere, Auschwitz deve restare un monumento intoccabile al dolore, allo strazio e alla morte di più di un milione di ebrei e altre minoranze.

Benché protetto a livello internazionale dalla rabbia e dalla pietà che suscita in centinaia di migliaia di visitatori provenienti da tutto il mondo, il campo necessita ovviamente di maggior sicurezza. Devono provvedervi le autorità polacche ai massimi livelli. Tutto ciò che si trova entro le recinzioni di filo spinato deve restare immutabile e intatto per generazioni e generazioni.

Quanto ai ladri, verranno senza dubbio interrogati a lungo da personale specializzato, psichiatri inclusi. Siamo tutti ansiosi di conoscere ogni aspetto della loro personalità, del loro carattere, del loro passato. E di conoscerne l´appartenenza ideologica. Hanno agito da soli? Appartengono a gruppi neonazisti? Volevano dimostrare qualcosa entrando in possesso dell´insegna, e se sì, che cosa?

“Arbeit macht frei” era, ed è ancora, massima espressione di cinismo, inganno e brutalità. Dietro quel cancello il lavoro non portava libertà. Agli ebrei e agli altri portava fatica, umiliazione, fame e morte. Dentro tutto equivaleva alla morte. È questo che il ladro voleva cancellare?

Un simpatico “Buon Natale”

Questa mattina transitando per le vie di Mori sono stato “colpito” da questo messaggio scritto, complice la nevicata di questa notte, da – mi piace pensare – un bambino sul vetro posteriore di una macchina in sosta.

E’ bastata questa scritta per farmi sorridere e pensare che, a volte, è sufficente poco (una leggera nevicata notturna in prossimità del Natale) per trasformare quella che poteva essere una parolaccia in un augurio sincero.

Sosteniamo l’appello di don Gianni e di altri 49 Sacerdoti

Domenica 6 dicembre a Mori firma anche tu il sostegno al seguente appello di don Gianni e di altri 49 Sacerdoti al Governatore dello Stato di Amazzonas.

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CONFERÊNCIA NACIONAL DOS BISPOS DO BRASIL – CNBB NORTE 1

COMISSÃO REGIONAL DE PRESBÍTEROS

Av. Epaminondas, 722

69010-090 Manaus-AM

(92) 3233 5093

RICHIESTA DI PROVVEDIMENTI

Ecc.mo Signor Eduardo Braga

Molto degno Governatore dello Stato di Amazonas

Noi, Presbiteri delle Diocesi e Prelazie di Manaus, Parintins, Borba, Itacoatiara, Coari, S. Gabriel da Cachoeira, Tefé e Roraima, riuniti nell´incontro regionale dei presbiteri nella cittá di Maués, dal 27 al 30 di ottobre di 2009, preoccupati per il crescente quadro di violenza nella città di Manaus e all’interno dello Stato, soprattutto negli ultimi mesi, presentiamo a Vs Ecc., la nostra perplessità per il ritardo nelle spiegazioni di crimini e aggressioni sofferte dalla popolazione, compresi preti e altre persone con responsabilità religiosa e comunitaria, così come per le morti continue di persone nelle nostre periferie.

Riconosciamo l´impegno di Vs Ecc. e dei suoi collaboratori per sviluppare una politica che tragga ricchezza e benessere per tutti gli amazzonensi e quelli che vivono qui, ma sappiamo che cresce il volume statistico di casi di violenza, il che dimostra la fragilità delle sicurezza pubblica dello Stato.

Per quanto riguarda i ministri religiosi che lavorano nella Arcidiocesi di Manaus, vogliamo qui ricordare i recenti episodi di furto, rapina a mano armata, sequestro–lampo, minaccia di morte, con il grave assassinio del missionario italiano padre Ruggero Ruvoletto.

Non capiamo perché uno stato di diritto non garantisca ai suoi cittadini e a quelli che collaborano il pieno sviluppo della vita, il diritto di muoversi con sicurezza. Il quadro attuale di violenza e insicurezza constatato, associato soprattutto al traffico di droga, causa insicurezza e crea nella popolazione un sentimento di paura e di impotenza di fronte a situazioni che si presentano impunite o che ancora non hanno ricevuto un trattamento adeguato da parte delle autorità competenti.

La sicurezza é un diritto di ogni cittadino brasiliano.

Deve essere garantita dallo Stato, nel pieno esercizio della “preservazione dell´ordine pubblico e dell´incolumità delle persone e del patrimonio” (Costituzione Brasiliana, art. 144).

Quest´anno la Chiesa Brasiliana ha riflettuto durante la Campagna della Fraternità il tema “Fraternità e sicurezza pubblica: la pace é frutto della giustizia”

In questo senso, in comunione con tutta la Chiesa e con gli altri segmenti della Società Civile Organizzata che difendono la vita in tutte le sue circostanze, anche noi, padri, difensori della vita, della giustizia e della speranza, alla luce della Buona Novella di Gesù Cristo, facciamo appello a Vs Ecc. perché prenda provvedimenti e misure urgenti, effettive, sistematiche ed efficaci che diano risposta al quadro attuale, tanto ai fatti di violenza che hanno a vedere con la Chiesa Cattolica quanto soprattutto ai fatti che devastano la popolazione di Manaus e dell´interno dello Stato.

Pertanto, che la giustizia sia distribuita con equità per tutti i casi e che i responsabili dei crimini successi siano giudicati e esemplarmente puniti per i loro atti.

Chiediamo ampia riflessione, posizione e decisione da parte dello Stato di fronte ai fatti violenti che attentarono e attentano alla vita e alla dignitá della popolazione di Manaus e dell´interno, garantendo a questi il diritto alla sicurezza.

(Seguono le firme di 50 presbiteri)

A Manaus si muore: dov’è il nostro governo?

Rilancio la lettera di don Gianni apparsa su Vita Trentina del 18 ottobre 2009 e il suo invito (assieme a quelli di altri 49 sacerdoti) a sostenere l’appello rivolto al Governatore dello stato per richedere una maggiore sicurezza per i missionari e per le popolazioni locali.

Possiamo aiutare don Gianno firmando – la mattina del 6 dicembre – il documento con cui “la comunità cristiana del Decanato di Mori (Trento – Italia), in spirito di comunione e fratellanza con il popolo brasiliano dello Stato di Manaus e con i suoi presbiteri, si unisce al loro appello, con forza e convinzione, cosciente che se la Pace è primariamente un dono di Dio, essa è anche e soprattutto frutto della giustizia”.

Chiusura del ponte di Ravazzone: “Mori protesta e la provincia paga”

Il quotidiano Trentino del 4 novembre 2009 riferisce, a pagina 28, che “dopo le vibranti proteste del comune di Mori … la Provincia si piega alle esigenze e richieste moriane” decidendo “di farsi carico dei costi non indifferenti per il trasporto pubblico” necessario per limitare i disagi agli abitanti delle frazioni di Molina e Ravazzone.

Come dice il giornalista all’inzio del suo pezzo “Tutto è bene quel che finisce bene”.

Si deve però porre comunque la seguente domanda : perchè i problemi devono sempre essere “risolti” e non si possono invece “evitare” analizzando per tempo le conseguenze di determinate azioni, anche e soprattutto in sede locale, senza subire sempre in modo passivo gli eventi e aspettare l’ultimo giorno (o, come in questo caso, quello dopo) per affrontare le problematiche e risolverle?

A questo proposito confermo quanto ho già affermato in un mio precedente intervento (Grandi opere pubbliche .. : un’opportunità per il territorio?) evidenziando ancora che la parola Autonomia, giustamente piena di significato a livello provinciale, a livello locale fa fatica ad imporsi e alla fine è normale delegare al livello amministrativo superiore la risoluzione di tutti i problemi.ponte