"Ingegnere per vocazione, fotografo per passione"
 

Ora un partito di raccolta

da Trentino del 3 giugno 2010

di Vincenzo Calì

Che la nascita di un vero partito di raccolta in Trentino stia diventando il primo punto dell’agenda politica nostrana lo spiega bene Alberto Faustini nel suo commento ai risultati elettorali delle comunali: la prova del nove che gli attuali partiti non sono più atti alla bisogna lo rileviamo sostanzialmente esaminando il caso di quello che fra i partiti è il più strutturato, il PD. Il partito erede della tradizione partecipativa per antonomasia, rinunciando per intrinseca debolezza al metodo delle primarie, ha subito un calo di consensi al primo turno rispetto alle tornate elettorali passate e risulta ulteriormente indebolito dal fatto che i sindaci marcati PD, pur affermatisi nei ballottaggi, godono di una base elettorale piuttosto scarsa. E’ urgente per l’autunno, quando si terranno le elezioni delle Comunità di valle, porre rimedio alla deriva in atto dando vita da subito ad un’intesa democratica autonomista che si ponga l’obbiettivo di scegliere i futuri candidati di valle attraverso un metodo partecipativo, una sorta di primarie di comunità, intesa a cui i residuali partiti cedano una parte di sovranità riguardo alle scelte dei candidati. Solo attraverso questo metodo si potrà verificare se potrà nascere quel partito di raccolta che possa evitare ai trentini alle prossime elezioni provinciali di finire vittima del concetto di territorialità che è proporio del leghismo padano. Intraprendere questa strada servirà anche ad aprire con i vicini sudtirolesi, proprio sul terreno delle comunità territoriali, un dialogo serrato riguardo la ricomposizione di un quadro regionale della cui necessità si avvere sempre più l’esigenza a fronte degli attacchi centralistici del governo nazionale, attacchi a cui le due provincie separatamente non possono pensare di far fronte. Sono trascorsi due anni dalla scomparsa di Walter Micheli, che della dimensione di comunità, intesa come società aperta al futuro, aveva fatto la sua stella polare: vediamo in suo nome di guardare in avanti con coraggio, senza attardarci nella contemplazione del paesaggio politico del passato che, come sottolinea giustamente Faustini, è alle nostre spalle ed è bene che lì rimanga.

Collegamento Rovereto-Alto Garda: riprendiamo il discorso

Ora che le elezioni (almeno per il primo turno) sono alle spalle, è ora di riprendere a parlare seriamente di collegamento Rovereto-Alto Garda con la seguente domanda rivolta a tutti gli iscritti e a tutti gli interessati:
“Considerato che le risorse economiche per la realizzazione dell’intera opera sono veramente straordinarie (e al momento non coperte da adeguati finanziamenti) e che il prolungamento proposto per risolvere anche i problemi di Loppio incrementerà i costi previsti rispetto alla proposta Loppio Ovest-Alto Garda, non vi sembra il caso di definire e proporre alla provincia una soluzione seria e realizzabile nel breve periodo per rispondere “rapidamente” (e non nel 2025) alle esigenze del paese di Loppio?”
Tale proposta, è ovvio, dovrà inserirsi organicamente nella soluzione finale, di cui dovrà essere solo un primissimo stralcio, ma avrebbe la forte peculiarità di essere realizzabile nel breve periodo, con costi compatibili anche da un punto di vista morale con la attuale situazione di crisi internazionale.

Passaggi pedonali “protetti”?

Lungo le vie di Mori è facile imbattersi in passaggi pedonali collocati nei posti più strani e il più delle volte “non sbarrierati”, cioè senza nessuna rampa tra livello stradale e il marciapiede. Ciò comporta la presenza di uno scalino che rappresenta, nel migliore dei casi (ad esempio per le mamme che devono affrontarlo con il loro passeggino), perlomeno un fastidioso contrattempo ma che, in altri casi (ad esempio per chi deve spostarsi in carrozzella),  costituisce un ostacolo insormontabile e impedisce di fatto il corretto uso del passaggio pedonale.

Un esempio clamoroso è quello presente in via fratelli Benedetti che, su un lato presenta lo scalino al posto della rampa e sull’altro addirittura una chiusura artigianale con una catena e due paletti.

Sorge spontanea una domanda: “Il passaggio pedonale sarà stato chiuso per evitare che qualche sventurato in carrozzella potesse usufruire della sua presenza rimanendo bloccato sulla sede stradale (e quindi in condizione di potenziale pericolo) per l’assenza della rampa di accesso sul lato opposto”?

Ecco i due lati del passaggio pedonale in via fratelli Benedetti:

Il lato di arrivo

Il lato dell’ipotetica partenza