Ecco la nostra “Tripletta”
Continuiamo cosí!
(per pura educazione lasciamo però qualche medaglia – meglio se solo di bronzo – anche alle altre nazioni)
Lo studio: pc e tablet ci “inchiodano” al lavoro l’80% degli utenti non stacca mai
Secondo una ricerca, un’altissima percentuale di lavoratori continua a occuparsi di questioni professionali anche fuori dall’orario di ufficio. la tecnologia personale rende più complicato separare i tempi del quotidiano, il 38% invia email anche mentre mangia. e qualcuno ha problemi con il partner.
17 anni: 19 luglio 1995 – 19 luglio 2012
Sembra ieri ed invece sono già passati 17 anni dal giorno della mia laurea.
Anche se oggi é la giornata dedicata, giustamente, al ricordo della tragedia di Stava (27° anniversario) e alla memoria di Paolo Borsellino e della sua scorta (20° anniversario dell’attentato), a me piace ricordare anche questo mio piccolo anniversario che costituisce un tassello, anche se piccolo, della mia "storia".
Leaders e veri maestri
Oggigiorno sulla scena politica locale e nazionale è difficile che un leader di partito (vero o presunto tale) sia un “maestro” che costruisce nell’interesse della propria gente – e non nel proprio – e che aiuti i “giovani” a crescere e quindi faciliti il ricambio anche, e non solo, della classe dirigente.
Il leader, che dovrebbe costituire una “risorsa” importante per il proprio partito, mancando nel suo ruolo di “maestro” diventa un “limite” per il proprio partito; ciò rende infatti molto difficile – se non impossibile – la manifestazione di nuove idee, nuove personalità e soprattutto il lavoro fatto “assieme” e non solo “con”.
Forse quello che manca oggi ai partiti non è un leader riconosciuto da tutti (è di questi giorni il dibattito all’interno del PD ma anche di molti altri partiti sia locali che nazionali) ma la capacità di coinvolgere le persone della strada e “fare squadra” con loro.
Solo così sarà possibile, per il nostro paese, raggiungere ancora traguardi ambiziosi.
Equilibri
«La portata di un ponte si misura dalla forza del suo pilone più debole.
La qualità umana di una società dovrebbe misurarsi sulla qualità della vita dei suoi membri più deboli, e poiché l’essenza della morale è la responsabilità che ci si assume per l’umanità degli altri, quello è anche il metro del livello etico di una società.
Propongo di considerare questo il solo metro di misura che il welfare state possa sopportare, ma anche il solo di cui abbia veramente bisogno»
(Z. Bauman, La società individualizzata, il Mulino, 2002, p. 104).