"Ingegnere per vocazione, fotografo per passione"
 

Turismo e Territorio: cosa vogliamo essere “domani”?

Riporto di seguito il provocatorio intervento di Filippo Donati pubblicato sul suo profilo facebook:

“… Parlare di turismo a Ravenna significa, per me, parlare di quello che vogliamo essere domani.

Quando parliamo di turismo infatti, parliamo di città, di territorio.

Quando parliamo di turismo non parliamo di un settore a parte che cresce e si sviluppa su se stesso. 

Nel turismo la relazione di interdipendenza tra pubblico e privato è più alta che in altri settori; si parla di identità, di capacità di saper accogliere, di essere ospitali, fruibili, si parla di concessioni, permessi, di vigilanza, di promozione, di arredo urbano e di trasporti. 

Quando si parla di turismo si parla di lavoro, di tanti posti di lavoro. 

L’ultimo ponte di Pasqua, maltempo incluso, ha dato la misura del periodo difficile che il settore attraversa e ha scandito un fatto molto chiaro, se nel turismo e quindi nella città, non si investe, i conti non tornano. Per essere chiari, è andata meglio con l’OMC che con la Pasqua per noi operatori della città….. e la cosa dovrebbe fare riflettere molto seriamente chi vorrebbe vivere di rendita riducendo Ravenna all’icona del 2019.

Non basta. 

La non strategia ha un costo molto alto e per questo, questa sera, dovremo guardarci negli occhi e dirci se vogliamo continuare a fare turismo in questa città, dando beneficio e lavoro alle persone ed alle aziende del nostro territorio. 

Serve ripensare ai collegamenti verso Bologna, serve ipotizzare un collegamento con Firenze, serve discussione, ascolto, confronto. Serve tornare ad essere una città con un progetto. 

Ci sono degli assets da mettere in campo ma lo si deve fare insieme perché oggi, la parola chiave nel nostro settore è integrazione. …

 

BATMAN

a proposito di Nietzsche…

“… ciò che è apollineo non può essere dionisiaco né ctonio…”
Edmondo Berselli in Venerati Maestri

La Costituzione della Repubblica Italiana – artt. 38, 39 e 40

Art. 38.

Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale.

I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria.

Gli inabili ed i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale.

Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato.

L’assistenza privata è libera.

Art. 39.

L’organizzazione sindacale è libera.

Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro registrazione presso uffici locali o centrali, secondo le norme di legge.

È condizione per la registrazione che gli statuti dei sindacati sanciscano un ordinamento interno a base democratica.

I sindacati registrati hanno personalità giuridica. Possono, rappresentati unitariamente in proporzione dei loro iscritti, stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce.

Art. 40.

Il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano.

“Riflessione 2” di Francesco Moscatelli

Ospito volentieri questa riflessione di Francesco Moscatelli.
"È sempre più forte in me la convinzione che La gente abbia bisogno di un leader quando invece la vera democrazia richiamerebbe a creare gruppi di persone che dialogano.
Vedo Grillo come l’evoluzione di leader, che con un certo modo di reprimere cerca di trasformare la democrazia in qualcosa che di democratico non ha nulla.
Molti punti che lui chiedeva e che sono il volere di tanti cittadini, anche quelli che non lo hanno votato devono trovar concretezza.
Sarebbe dovere dei grillini neoeletti far si che attraverso il dialogo con le altre forze politiche arrivino ad un accordo almeno per le riforme che il Paese a gran voce chiede."

Semplice problema o difficile opportunità?

Adesso è proprio l’ora di usare il cervello e di considerare questa situazione – di cosiddetta “ingovernabilità” – come una grande opportunità da non perdere per riuscire a realizzare le grandi riforme e una vera semplificazione del Paese a favore della quotidianità di ciascun cittadino.
Solo in questo modo sarà possibile restituire dignità alla Politica e credibilità a tutti coloro che dedicano il proprio tempo e le proprie forze a questo grande compito.