“Un territorio di montagna, come quello del Trentino, offre una pluralità di punti di vista. È difficile nascondere qualcosa, perché basta salire un po’ in alto per vedere oltre le siepi, i filari degli alberi, i terrapieni, quanto è stato costruito. Questa condizione richiede grande senso di responsabilità alle amministrazioni ed ai cittadini, anch’essi chiamati a difendere il proprio ambiente di vita, per evitare la realizzazione di opere incongrue nello spazio aperto delle campagne, nelle aree boscate o nelle praterie di montagna. Una urbanizzazione non controllata costituisce uno spreco di risorse (il suolo, in primo luogo) e produce un deterioramento del paesaggio, sbilanciando le relazioni fra l’insediamento, lo spazio aperto a destinazione agricola, gli elementi naturali. Inoltre, negli ambienti di particolare pregio paesaggistico, è sufficiente l’inserimento di uno o di pochi elementi estranei per produrre effetti devastanti e spesso irreversibili, influendo negativamente sul senso di appartenenza delle comunità locali e riducendo anche il valore economico dei siti e delle attività locali.”
da “Il paesaggio degli insediamenti” di Furio Sembianti e Bruno Zanon
in “I PAESAGGI DEL TRENTINO” a cura di Bruno Zanon