"Ingegnere per vocazione, fotografo per passione"
 

Che cosa ci è rimasto?

Che cosa ci è rimasto?

Sicuramente il ricordo e l’amicizia, oramai, credo, indelebili, del popolo del Trentino che per 5 mesi consecutivi rimase a Balvano, con una presenza di 100/120 uomini che si alternavano ogni 15 giorni. Di questi una parte erano tecnici, una parte operai specializzati ed una grossa parte manovalanza. Svolsero una mole di lavoro incalcolabile, portando soccorso dovunque; anche nei punti più inaccessibili del paese.

Ezio Di Carlo in “Balvano: sussulti improvvisi di terra impazzita”

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