"Ingegnere per vocazione, fotografo per passione"
 

Il Colosseo e Gabriele Basilico

Una lotta, quella tra Gabriele Basilico e il Colosseo, che spinge il primo a sperimentare talvolta l’efficacia comunicativa della visione diagonale, piuttosto che l’invasione totale dell’immagine attraverso visioni parziali dell’oggetto fotografato, verso la delineazione di una nuova natura espressiva. Basta che il suo sguardo si stacchi dalla sontuosità della materia, per traguardare in lontananza, e subito il monumento recupera la distensione lineare di una memoria degli acquedotti tesi a segnare e a misurare solennemente il paesaggio e la campagna romana. Ancora una volta Gabriele Basilico fa propria la lezione piranesiana della restituzione per frammenti, dove l’atmosfera è circonfusa da un brulichio, che più che darsi come pulviscolo atmosferico tende a porsi come slancio animistico e vitalistico per restituire alle immagini selezionate la grandiosità della totalità.

Francesco Moschini – Da Arte e critica / Giugno 2013

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