immagini di Dalila BECECCHI | Guido BENEDETTI | Luca CHISTÈ | Francesco FRANZOI
a cura di Giovanna Ulrici, Stefano Albergoni e Luca Chistè
La mostra fotografica Alberi in città è stata ideata al termine del percorso di lavoro svolto nell’ambito del progetto europeo Alptrees, dedicato alle specie arboree non native e agli impatti climatici nel territorio alpino. Tra i paesaggi onirici di LUCA CHISTÈ, le analisi urbane di GUIDO BENEDETTI, i giganti accudenti di FRANCESCO FRANZOI e le poesie nel dettaglio di DALILA BECECCHI, si dipanano quattro percorsi di ricerca e di scoperta degli alberi urbani.
Si tratta di un doveroso omaggio alla popolazione vegetale che abita gli spazi della città, attraverso un linguaggio per immagini di sorprendenti opere d’arte naturali. A volte, forzati e costretti in luoghi impropri, sono minaccia, impedimento, inciampo. Altre volte, protagonisti assoluti di spazi di comunità, sono benessere, consolazione, gioia. In ogni caso gli alberi della città sono dispositivi di vita sostenibile, fondamenta del suolo, regolatori di economia idrica, di raffrescamento, di energia chimica e di ossigeno.
Nella sala della mostra sono proposti TRE INCONTRI DI ECOLOGIA URBANA: si parla della casa che è la nostra città e territorio, presentando alcuni dei lavori svolti per Alptrees in cui la cura e il sapere degli alberi rappresentano un progetto e un impegno pubblico.
[Giovanna Ulrici]
DALILA BECECCHI
«Forme e pelle degli alberi»
A incontrare l’essenza e l’anima degli alberi, con un linguaggio asciutto e introspettivo, reso possibile dalla scelta calligrafica del bianco/nero, ci aiuta il lavoro, intimo e delicato, di Dalila Bececchi. Un’autrice che non è nuova a questo tipo di indagini, già consolidate anche in pregresse esperienze espositive.
Basandosi su un’interpretazione personale, molto vibrante e acuta, con tratti di autentica empatia con le forme degli alberi, questa autrice ne disvela la loro intima essenza, conducendo anche gli osservatori più distratti dentro la pelle degli alberi, la loro storia, le loro radici.
Un percorso visivo che ci permette, grazie alla tipologia e alla natura dei contrasti impiegati, di entrare in sintonia con le forme degli alberi, che si attorcigliano, si contorcono, si distendono. Alberi che respirano, ossigenano, e che, nelle immagini di questa fotografa, lasciano intravedere, anche dalla complessità delle loro forme, quanto viva possa essere la materia di cui si compongono e quanto essi siano importanti, anche nelle realtà urbane, per il nostro benessere psico-fisico.
GUIDO BENEDETTI
«Alberi nell’estetica urbana»
Guido Benedetti ci accompagna nella perlustrazione dello spazio urbano cittadino, di cui gli alberi costituiscono una parte evidente, sia in termini identitari, sia come micro-contesti nell’ambito dei quali i cittadini sperimentano quel diffuso sistema di “caring ambientale”, che è tratto peculiare della città di Trento.
Essenziali e rigorose, le inquadrature di Guido Benedetti, con la loro cifra documentaria, offrono una lettura degli spazi urbani dedicati agli alberi entro la quale la cifra stilistica di questo autore viene esercitata ricercando composizioni e simmetrie formali, a forte valenza geometrica e prospettica, capaci di restituirci quell’ininterrotto dialogo che, i luoghi del verde, intrattengono con le strutture dell’abitare un territorio.
Una sequenza colta con il rigore della fotografia documentaria e con la valenza interpretativa da parte di chi, in più di una circostanza, si è dimostrato in grado di leggere il territorio e di rappresentarlo, visivamente, con l’ausilio di precise e strutturate coordinate metodologiche di analisi.
LUCA CHISTÈ
«Trento, città d’alberi»
Questo lavoro è volto a chiarire la relazione esistente fra il paesaggio (antropico od urbano), in termini di percezione, e coloro che lo osservano o lo vivono nelle ore notturne. La specificità delle luci, delle atmosfere – silenti e rarefatte – dei parchi o di molte aree verdi urbane, ci permette di apprezzare l’esistenza degli alberi come entità che, in qualche modo, offrono una cifra articolata della loro importanza per il nostro tessuto urbano e per la qualità della nostra vita.
Le ore notturne, sia per il paesaggio in generale, sia per gli spazi verdi in particolare – siano essi parchi o alberi utilizzati come semplici elementi di arredo urbano – ci offrono la possibilità di esperire, con questi luoghi, una relazione unica, basata su una diversa predisposizione mentale e psicologica, aiutandoci a ridefinire il modo stesso in cui concepiamo il rapporto fra lo spazio dove abitiamo e le aree verdi. L’indagine, condotta dalle ore del crepuscolo e fino a notte fonda, ha colto luci e atmosfere che sembrano svelare il misterioso legame che la natura selvaggia intrattiene con la città.
FRANCESCO FRANZOI
«Vivere gli alberi»
Da sempre legato a temi narrativi di forte ispirazione reportistica o del “daily life”, Francesco Franzoi, sia in termini contenutistici, sia in termini calligrafici, offre una lettura acuta e originale di questo tema, regalandoci una serie di immagini capaci di mettere in relazione gli alberi e gli spazi verdi intesi come spazi di comunità.
Scatti per lo più “rubati”, frutto di appostamenti e mai banali. Immagini pensate per far capire, sia in termini sociali, sia in relazione alle attività di pianificazione delle aree verdi da parte delle istituzioni, quanto essi siano importanti per la qualità della vita e del nostro tempo libero.
Come nel caso di Dalila Bececchi, anche questo autore, al fine di permettere la massima focalizzazione sul tema, favorendo una lettura quanto più accurata del legame esistente fra le persone e gli alberi, fa impiego di un bianco/nero rigoroso e bilanciato, capace di rifuggire da facili e prevedibili soluzioni grafico/estetiche.
Pienamente iscritte dentro una forma di narrazione basata sull’immediatezza e la semplicità, le fotografie di Francesco Franzoi, ci raccontano di come le cose appaiono e, in questo specifico caso, così come reso evidente dal percorso espositivo generale, di quanto sia “strategico” e rilevante lo spazio verde pubblico, di cui gli alberi costituiscono l’accentuazione più evidente e caratteristica.