In edicola sul numero 9 Ottobre 2021 di “ARTE TRENTINA”
Attraverso il progetto fotografico “Gardumo 77.78│17.18” (Gardumo è il nome dell’antica Pieve che raccoglieva le sette comunità della Val di Gresta), Guido Benedetti trasfigura in immagine gli appunti che il geografo Alessandro Cucagna raccoglie durante alcune escursioni in Val di Gresta effettuate fra il novembre del 1977 e il novembre dell’anno successivo.
Nelle note, che vengono successivamente rielaborate in uno scritto più organico, Cucagna legge e descrive il paesaggio avvalendosi non solo della conoscenza diretta del territorio, ma anche della memoria orale di persone del luogo e delle informazioni fornite dalle antiche carte geografiche e dalla letteratura. A quarant’anni di distanza, nel 2017/2018, Benedetti traduce visivamente gli scritti del geografo in quaranta istantanee (selezionate da circa duemila scatti) che, attraverso un linguaggio di matrice prettamente descrittiva, restituiscono la lucida attenzione analitica applicata dal geografo nella lettura dello spazio agricolo come bene paesaggistico, sociale ed economico.
Nello specifico, il suo obiettivo si apre al paesaggio della Val di Gresta nel tentativo di cogliere l’evoluzione dei segni lasciati dall’uomo nel processo di antropizzazione di quello specifico territorio. Con un linguaggio misurato, figlio di una piena padronanza tecnica, approda a quadri visivi raffiguranti scorci di paesaggio come frammenti di realtà fisiche e culturali inscindibilmente unite e compresenti pur risalendo a epoche storiche diverse, continuamente modificabili e modificate, le cui relazioni restituiscono un’espressione concreta dell’identità territoriale della Val di Gresta. Colta nell’oscillante ambivalenza tra ruralità e modernizzazione, la valle è raffigurata come un insieme di segni che rimandano alle relazioni interne della società che la abita e alle modalità di utilizzo dell’ambiente in conformità a un confronto tra economia e natura che varia secondo le forme di organizzazione che le stesse comunità sono riuscite a costruire nello spazio con il passare dei decenni. Così come nel taccuino di viaggio che nelle fotografie, i segni del progresso tecnico-industriale innescato dal boom economico del miracolo italiano coesistono con aspetti ancorati a una dimensione agreste che mantiene intatta nel tempo antiche tradizioni produttive e culturali.
Seguendo le precise indicazioni geografiche contenute negli appunti di Cucagna, Benedetti s’avvicina lentamente e gradatamente ai soggetti descritti, scegliendo con attenzione l’angolo di ripresa, disegnando accuratamente la composizione del quadro fotografico e sfruttando i sempre diversi grovigli di sfumature cromatiche e stratificazioni di luci e ombre offerti dal momento e dalla posizione. Il suo sguardo contemplativo coglie con rigore analitico la complessità figurativa dello spazio agrario grestano attraverso una prospettiva di interpretazione unitaria volta a valorizzare l’intero ambito della valle e sottolineare l’importanza di una visione globale del territorio per la corretta comprensione del reticolo culturale, sociale ed economico che ne fonda le basi identitarie.
Il lavoro è stato pubblicato in un libro dall’omonimo titolo che raccoglie anche gli appunti di Alessandro Cucagna “La valle di Gresta” e “Da Loppio a Chienis-Ronzo” – (http://www.guidobenedetti.it).■
Scrivi a gardumo@guidobenedetti.it per acquistare una copia del libro.