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NOTAV: sono necessarie le scritte sui muri?

Comprendo, anche se la penso in modo completamente diverso, le motivazioni che stanno alla base del netto rifiuto del movimento NOTAV verso le nuove opere in corso di realizzazione in Val di Susa e di tutte quelle analoghe in costruzione o in programma sul suolo italiano;

condivido la solidarietà che tutti hanno manifestato verso una persona che, accidentalmente, si è procurata gravi lesioni personali ed è ricoverata in pericolo di vita presso le strutture sanitarie itaiane;

non capisco però il motivo per il quale, in molti, hanno ritenuto di esprimere la propria solidarietà a Luca (così si chiama la persona ricoverata in ospedale dopo una caduta da un traliccio dell’alta tensione) sporcando i muri di molte strutture pubbliche – a volte appena ritinteggiate – con la scritta “LUCA RESISTI NOTAV”.

A chi toccherà ora cancellare quelle scritte? Di chi saranno i soldi necessari per il lavoro di ritinteggiatura di quelle pareti?

In questo momento di forte crisi economica, in cui tutti stanno contribuendo al necessario risanamento finanziario del paese e, tutti assieme, stiamo cercando di gettare le basi per un futuro migliore, non sarebbe meglio utilizzare le risorse disponibili in modo più efficace?

Un commento

  1. oriente malagoli

    sono in completo accordo e aggiungo:

    chi pagherà le conseguenze di tutti gli atti vandalici sull’autostrada, nell’entroterra, chi risarcirà tutti i danni e i disagi provocati a chi è estraneo a questa situazione pur rendendosi conto delle ragioni della protesta?
    E’ lecito protestare ma perchè usare la violenza?
    Se la logica è quella del “NIMBY”, sarà mai possibile portare avanti progetti nella logica del tanto sbandierato bene comune?

    Oriente Malagoli

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