Nonostante le ultime "novità" apprese dai giornali credo che se tutti i trentini fossero interpellati veramente sull’argomento, solo una piccola (o piccolissima) minoranza si esprimerebbe positivamente su quest’ipotesi che di conseguenza si accantonerebbe subito.
Purtroppo però ho l’impressione che questa minoranza, rappresentata da una forte elite, abbia già iniziato a lavorare per convincere la maggioranza dell’assoluta necessità di mantenere gli attuali rappresentanti (“perché la situazione economica è difficile…, perché non è opportuno cambiare cavaliere …”) e di non puntare su forze nuove ma non in grado di ben governare il territorio trentino perché di sicura inesperienza.
A mio parere invece l’attuale momento di crisi (che non è sicuramente passeggero ma presenta caratteristiche strutturali) consente di dire che un cambio al vertice non sia solo possibile ma anche auspicabile perché in questo modo si libererebbero, a tutti i livelli, grandi energie che attualmente sono bloccate o fortemente represse per i più svariati motivi.
Anche se alle spalle abbiamo 15 anni di buon governo e di discreti risultati credo sia opportuno che il timoniere “cambi visione e punto di vista”; in questo modo è molto probabile che alcuni problemi rimasti fino ad oggi nascosti alla vista possano essere perlomeno affrontati.
Ecco perché è necessario procedere con convinzione su una nuova strada, resistendo alle sirene che ci vorrebbero mantenere sulla vecchia, e fare di tutto affinché la difficoltà nell’’individuazione di un nuovo candidato non sia l’unico motivo per acquistare il classico “fuoristrada”.